Sono ancora un po’ spaesati e intimoriti dalle novità. Basta guardarli negli occhi: esprimono quel misto di entusiasmo, paura e incertezza tipico di chi sta per affrontare un’esperienza che ti cambia la vita. Sono gli occhi impressi sui volti di Nour, Toufik, Ola, Kenan e Fadi cinque ragazzi siriani, arrivati a Milano agli inizi di settembre grazie all’amicizia dell’Ateneo con la comunità monastica di Deir Mar Musa.

Hanno tra i 20 e i 28 anni, sono cristiani e per la maggior parte di loro è la prima volta in Italia, se non in Europa. Nel nostro Paese si fermeranno tre anni, il tempo necessario per completare il percorso di studio che intraprenderanno all’Università Cattolica, nelle sedi di Milano e di Piacenza. Ola, già laureata in ingegneria informatica, frequenterà Linguaggi dei media; Kenan, volontario nei campi profughi di Aleppo per il Jesuit Refugee Service, seguirà il corso di Relazioni internazionali; Fadi, portiere professionista nella squadra Al Wathba Sport Club di Homs, si iscriverà a Scienze motorie. Nour e Toufik, i più piccoli del gruppo, si trasferiranno a Piacenza per frequentare rispettivamente Scienze dell’educazione e della formazione e Scienze e tecnologie agrarie e forestali.

Tutti hanno lasciato la propria famiglia e forse per questo tutti hanno lo stesso desiderio: rientrare in una Siria riappacificata e contribuire alla sua ricostruzione. Piccoli semi di speranza in un territorio dove, secondo l’ultimo bilancio dell'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), sono oltre 300.000 i morti registrati finora nella guerra civile siriana cominciata nel 2011.

Semi che germoglieranno grazie al progetto di formazione e solidarietà avviato dall’Università Cattolica in collaborazione con l’Arcidiocesi di Milano. L’Ateneo, infatti, s’impegna a sostenere i costi di mantenimento dei cinque siriani a un corso di laurea triennale delle facoltà di Lettere, Scienze politiche e sociali, Scienze della formazione e Scienze agrarie, alimentari e ambientali a partire dall’anno accademico 2016/17.

Per agevolare il percorso formativo e rafforzare la proposta educativa, grazie al sostegno della Fondazione Educatt, gli studenti alloggeranno nei collegi Marianum e Ludovicianum di Milano e Sant’Isidoro di Piacenza.

«Vogliamo dare un piccolo ma concreto e significativo contributo allo sviluppo socio-economico e alla convivenza pacifica della Siria, investendo sul capitale umano» spiega il rettore Franco Anelli, tra i protagonisti dell’iniziativa nata durante un ricovero al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di padre Jacques Mourad, della comunità monastica di Deir Mar Musa, la stessa di padre Paolo Dall’Oglio scomparso dal luglio 2013.

«Abbiamo parlato della situazione della comunità cristiana e, considerato il mestiere che facciamo, è stato naturale offrire aiuto in termini di formazione» afferma il rettore. «Speriamo che questa nostra esperienza possa trasformarsi in un modello da replicare anche in altri università».

Un sogno coltivato anche da padre Mourad che si augura di trovare altri atenei che prendano a modello questa iniziativa. «Spero che attraverso i corridoi umanitari si possano assicurare dei luoghi sicuri dove i profughi invece di prendere la via del mare e trovarvi la morte possano vivere in pace nella speranza che la guerra finisca presto».