Con l’inizio della Quaresima secondo il rito romano, il Centro pastorale dell’ateneo propone, come ogni anno, una via crucis nella Cappella del Sacro Cuore in largo Gemelli. Un percorso artistico e spirituale per meditare sul mistero della crocifissione, morte e risurrezione di Gesù.

L’opera scelta quest’anno è “Il volto donato” di Valter Gatti, pittore che vive e lavora a Brugherio e realizza una pittura d’introspezione che ritrae il buio dell’anima come se fosse un paesaggio, un volto, e lo carica di storia personale di affetti, di dolore, di pacificazione.

Questa via crucis, suo ultimo e inedito lavoro, ripercorre il cammino di Gesù verso la crocifissione scegliendo come strumento non la stratificazione materica ma il sottile segno grafico acquarellato su carta. Una scelta solo apparentemente minimale che in realtà esalta la narrazione dell’evento simbolo del dolore universale.

I colori sono ridotti al minimo, quasi tendenti alla monocromia per esaltare il segno sicuro, deciso e ricco di tensione drammatica. Anche Cristo, nel salire al Calvario, si fa traccia, fissata nel tempo, visibile ma riconoscibile solo da chi vuole condividere ripercorrendo la memoria della tradizione cristiana e caricandola della pietà contemporanea.

Già dalla prima stazione il gesto delle mani che stringono le catene indicano il diaframma tra noi, il mondo libero, e lo sprofondare di Gesù nella realtà della condanna. Il coinvolgimento emotivo è forte, si sente la pena infinita di un giudizio umano senza appello, accettato solo con la forza del giusto. Nelle stazioni successive la stessa forza si libera nell’urlo del Cristo che prende la croce e si ritrova nel braccio teso che la sorregge e ancora nel gesto di Gesù che si lascia spogliare e nella sue dita contratte.

Le immagini, tagliate in modo deciso, alternano i primi piani, gli scorci laterali, le panoramiche come in una sequenza cinematografica, e portano l’attenzione sulle figure dei protagonisti che si muovono tra un cielo plumbeo indefinito e una terra arida e sassosa, senza vita.

Le tre cadute scandiscono il percorso, e di particolare tensione spirituale sono l’incontro con la madre che abbraccia il bambino, ora corontato di spine in cammino verso il Calvario, e la raffigurazione della donna che asciuga con un panno il volto di Gesù. Infine la chiusura della via crucis riprende gli strumenti della Passione ricollegandosi alla prima immagine delle catene per ribadire l’atrocità insensata del giudizio umano contrapposta qui al sepolcro sullo sfondo.