Dopo anni di impegno, studi e ricerche dalle facoltà delle Scienze dell’Educazione e della Formazione, le materie teatrali escono dalla connotazione di “sperimentazione estemporanea” per entrare a tutti gli effetti nel curriculum formativo, come emerge dalle Indicazioni strategiche pubblicate dal Miur (16/03/ 2016).

L’obiettivo, è quello di “sensibilizzare i ragazzi ai valori educativi e culturali del Teatro, fornire alle scuole indicazioni concrete per introdurre l'attività teatrale in modo stabile nella didattica, portare a sistema e rendere organiche le buone pratiche già diffuse in molti istituti su un tema fondamentale per l'identità culturale italiana”.

Un’importante esperienza in tal senso, è quella del master in Azioni e interazioni pedagogiche attraverso la narrazione e l’educazione alla teatralità, giunto alla quarta edizione – con inizio a maggio - che parte dal teatro, soprattutto dalla letteratura e dai linguaggi teatrali, per formare operatori ed educatori.

«È importante che i ragazzi a scuola siano messi in grado di comprendere i linguaggi della comunicazione teatrale, poiché si ritiene l’Educazione alla Teatralità, un elemento indispensabile alla formazione di una libera e armonica personalità umana» afferma il professor Gaetano Oliva del Consiglio direttivo del corso postlaurea dell’Ateneo.

Che effetti produce questo tipo di formazione? «L’attività teatrale rivela le attitudini potenziali degli individui, li conduce all’aiuto reciproco, promuove il senso sociale. Favorisce la libera espressione della persona, lo sviluppo della consapevolezza del sé (competenze relazionali e affettive; competenze corporee ed espressive; competenze intellettive: creatività e pensiero divergente) e le capacità di rispondere in modo personale e critico agli stimoli prodotti dall’ambiente culturale in cui si vive».

Come si dispiegano gli effetti positivi del teatro? «La teatralità - le arti espressive - funzionano come strumento di coinvolgimento formativo, come accattivante veicolo per la trasmissione di conoscenze e per lo sviluppo di capacità e competenze. Il laboratorio teatrale e di arti espressive valorizza la pratica attiva e collaborativa dei discenti, orientando il processo verso una dinamica costruttivista. Questo aiuta la creazione di una comunità di apprendimento in cui i bambini e i ragazzi possano praticare, esercitarsi, sperimentare, confrontarsi, apprendere in modo autonomo e cooperativo, supportati dal docente che assume le vesti di facilitatore delle relazioni».
 
Cosa cambia con questo riconoscimento ministeriale? «L’Educazione alla Teatralità entra definitivamente a far parte dell’offerta didattica delle scuole italiane di ogni ordine e grado facendogli ottenere piena cittadinanza nel bagaglio formativo degli studenti. L’Educazione alla Teatralità esce per la prima volta dalla sperimentazione estemporanea, sia pure creativa, culturalmente interessante e diventa a tutti gli effetti parte integrante del curricolo senza peraltro escludere le possibilità in orario extrascolastico ma svolte in ambiente scolastico».

Cosa significa in termini formativi? «Le nuove indicazioni ministeriali riprendono e superano i precedenti protocolli e le vecchie linee istituzionali e normative e collocano il teatro nella scuola riconoscendo in modo definitivo la relazione tra dinamiche espressivo-teatrali e processo di apprendimento e di crescita della persona».

Che valore dà a questo passaggio? «Si tratta di un importante riconoscimento sia per gli studi, le ricerche e i risultati realizzati dalle facoltà delle Scienze dell’Educazione, sia per tutti gli insegnanti/educatori alla teatralità che da anni sul territorio portano avanti progetti, attività e pratiche di teatro-educazione. Si tratta, infine, di un’apertura che può stimolare le future generazioni di educatori e di insegnanti ad avvicinarsi sempre più alla pratiche teatrali integrandole con i loro curricula pedagogici».
 
Quali sono le prospettive? «Il riconoscimento ministeriale non solo definisce le “indicazioni teoriche per la promozione delle attività teatrali”, ma si concentra anche sulle “indicazioni operative per la gestione di esperienze teatrali.” Queste ultime indicano che le attività teatrali possono svilupparsi in differenti direzioni ampliando l’offerta formativa per lo studente sia come protagonista (laboratorio teatrale) sia come spettatore attivo nell’incontro con lo spettacolo».

E questo cosa comporta? «Si amplieranno le possibilità di intervento, il riconoscimento delle buone pratiche che già si svolgono in tanti spazi educativi e didattici ma anche la necessità di una formazione delle figure educative di riferimento. La necessità è la formazione della figura professionale del maestro-insegnante-educatore alla teatralità al fine di garantire che le esperienze artistico/teatrali siano condotte in modo mirato ai bisogni degli allievi, favorendo lo sviluppo della loro personalità e contribuiscano alla soluzione o contenimento o prevenzione di conflitti personali e di gruppo».