In spiaggia, passeggiando sulla battigia, è sempre divertente sbirciare cosa legge la gente, anche se oggi è più facile cercare quanti hanno un libro in mano. Ce ne sono meno di lettori, almeno stando alle statistiche, eppure leggere è un’esperienza cui è sempre bene abituarsi. «Una biografia di qualunque personalità letteraria dovrebbe dare ampio spazio a che cosa ha letto e quando, perché siamo ciò che leggiamo» scrive Joseph Epstein. Ne deduciamo che senza libri la nostra vita è un po’ meno ricca. Per questo eccovi qualche consiglio dall’editrice e dalla libreria Vita e Pensiero e da alcuni dei presidi di facoltà dell’Università Cattolica, che hanno gentilmente condiviso con noi le loro scelte di letture estive.

Tra i romanzi in libreria le novità Swing time di Zadie Smith e I paesaggi perduti di Joyce Carol Oates, anche se il più richiesto a sorpresa è Memoria di ragazza di Annie Ernaux. Tra le novità di varia di Vita e Pensiero una guida a un grande classico moderno, Leggere l’Ulisse di Joyce di Giuliana Bendelli (con saggi di tre grandi esperti dello scrittore irlandese, Giorello, Terrinoni e Bacigalupo), per affrontare un’opera labirintica che persino Hemingway ammise di non aver mai finito di leggere. Tra gli immancabili gialli, sotto l’ombrellone la libreria consiglia La strega di Camilla Läckberg e La paura di Anne Holt; d’altronde, ci spiega Massimo Locatelli nel libro Psicologia di un’emozione. Thriller e noir nell’età dell’ansia (VP): «il thriller è una grande palestra delle emozioni. È un mezzo con cui elaboriamo e digeriamo ansie generali e particolari».

Anna Maria Fellegara, preside della facoltà di Economia e Giurisprudenza, porterà con sé «due meravigliose trilogie ambientate in un’America agreste in cui sono al centro le relazioni tra le persone e con Dio: le fatiche, le mancanze, le incomprensioni, ma anche la ricchezza della vita interiore fanno fiorire (o rifiorire) le persone e le cose, prima timidamente e poi via via con crescente determinazione e coraggio». Parliamo della Trilogia della pianura di Kent Haruf (Canto della Pianura, Crepuscolo e Benedizione, tutto NNEditore) e la trilogia di Marilynne Robinson ambientata a Gilead, che dà il nome al primo romanzo, cui seguono Casa e Lila (Einaudi). A far compagnia a questa sestina «un saggio per riflettere sullo specifico femminile e sulla bellezza della differenza con un linguaggio che è quasi poesia: Il dio delle donne di Luisa Muraro».

Tra gli autori italiani, Alfredo Marzocchi, preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, consiglia un romanzo di fantascienza: «Certamente ho intenzione di (ri)leggere Terra di Stefano Benni, che ho letto tanti anni fa e che mi ha divertito come pochi libri nella mia vita (e penso di averne letti parecchi)», mentre in vista di un viaggio in Spagna si dedicherà a qualche lettura in lingua originale: «qualcosa di semplice, Sepúlveda o (se non è troppo difficile) dei racconti di Borges». Tra le opere scientifiche di carattere divulgativo consiglia L'orologiaio cieco di Dawkins.

Parlando di libri in lingua, i consigli più originali, e non poteva essere diversamente, ci vengono dal preside della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, Giovanni Gobber, che sulla scrivania, per le vacanze, ha due libri usciti per i tipi di Athesia dedicati a due dei fondatori delle Katakombenschulen, le scuole elementari clandestine organizzate dalla Chiesa e dalla società laica di lingua tedesca nel Tirolo meridionale sotto il regime fascista: Josef Noldin: sein Einsatz - sein Opfermut - sein Nachwirken e In Ketten zur Verbrecherinsel. Il primo racchiude una serie di saggi su Josef Noldin, mentre il secondo – di cui è autore Othmar Parteli – è dedicato a Rudolf Riedl: «Nel 1927 Noldin fu confinato a Lipari per cinque anni (ma vi si ammalò gravemente e nel 1928 fu rilasciato, pochi mesi prima della morte). Sempre nel 1927 Riedl fu confinato a Pantelleria ma ancora nello stesso anno fu liberato; espatriò in Austria, nel Tirolo settentrionale. Morì ad Absam, presso Innsbruck. Di questi libri parlerò con amici tirolesi, durante le vacanze in Trentino. Ne uscirà forse un abbozzo di ricerca sulla didattica del tedesco in contesti di oppressione politica...». Il preside ha poi da leggere anche un bel volume di Irina Bagration-Muchraneli, «Un’altra vita e una lontana riva». La rappresentazione della Georgia e del Caucaso nella letteratura russa classica (ha tradotto per noi il titolo, il libro è in russo). «Sono molto interessato alla lingua georgiana» ci spiega Gobber «e ai contatti linguistico-culturali dall’Europa orientale al Caucaso, per descrivere il continuum linguistico e culturale tra Europa e Asia: sembra che l’Europa non abbia confini orientali. O meglio: vi sono intrecci linguistico-culturali che rendono poco pertinente l’idea stessa di confine».

È a quello che succede al di là dell’oceano che ci porta invece Guido Merzoni, preside della facoltà di Scienze politiche e sociali, con una delle sue letture: «Tra i primi della lista ho il libro Elegia americana di J.D. Vance (Garzanti), consigliato da un convincente libraio; mi incuriosisce perché promette di offrire uno squarcio sulla provincia americana e i personaggi che la animano». Ci riporta nelle nostre acque il preside della facoltà di Lettere e filosofia Angelo Bianchi, che dedicherà le sue letture al Mediterraneo con Storia politica del Mediterraneo di Federico Chabod (Morcelliana), Breviario mediterraneo di Predrag Matvejevic (Garzanti) e Il pensiero meridiano di Franco Cassano (Laterza).

Più introspettiva la scelta di Luigi Pati, preside della facoltà di Scienze della Formazione, che consiglia Le parole che ci salvano (Einaudi) di Eugenio Borgna: «Un libro sul valore della comunicazione quotidiana, che esige di essere riscoperta per rilanciare il valore dell'incontro e del dialogo interpersonali. Anche uno psichiatra come Borgna rileva la dimensione educativa della comunicazione e la necessità di imparare ad averne cura».

Ha scelto invece un libro edito da Vita e Pensiero Gabrio Forti, preside della facoltà di Giurisprudenza, Il profumo del tempo. L’arte di indugiare sulle cose del coreano Byung-Chul Han: «Tocca quella che ritengo la questione fondamentale della nostra epoca: il rapporto col tempo. Da cui dipende essenzialmente il nostro rapporto con la verità, con la morale e con la giustizia. L’atomizzazione del tempo, spiega l’autore, nasce da una perdita della tensione narrativa, dalla fine delle storie, sostituite da informazioni puntuali, che non hanno continuità e durata. Il libro è un invito a inalare di nuovo il profumo lento della grande letteratura».

Ed è con questo invito e un breve booktrailer che auguriamo a tutti di trovare in ogni stagione il tempo per leggere: buona estate!