Annabella ha un entusiasmo contagioso e una positività frizzante; i suoi occhi si illuminano, le parole escono copiose quando parla del suo progetto di ricerca che concluderà il suo percorso di studi in Gestione dei contenuti digitali per i media e le piccole imprese nella sede di Brescia della Cattolica, guidata dai docenti Maria Carla Bino e Matteo Tarantino.

Lei è una videomaker che viene da Palermo, ha uno stile colorato e vivace, ha già viaggiato parecchio e ora vuole andare in Africa per documentare la bellezza, non quella che vede lei, con la sua telecamera e diversi obiettivi, ma ciò che uscirà dalle immagini prodotte dagli abitanti del Burundi, un Paese in via di sviluppo, dove da anni opera la Fondazione Museke di don Roberto Lombardi.

È da loro che Annabella Di Stefano è andata a bussare per costruire il suo progetto di ricerca sociale che partirà a fine gennaio e durerà circa un mese.

«Gli unici racconti a cui siamo abituati a vedere puntano sulla diversità, non mettendo in luce le tradizioni e le misure prese da parte delle organizzazioni Onlus, per aiutare la comunità a svilupparsi e ad autodeterminarsi. Entrerò in contatto con la popolazione locale, nello specifico i ragazzi seguiti dalla fondazione Museke, e offrirò loro l’opportunità di raccontarsi attraverso l’utilizzo di materiale tecnologico come per esempio uno smartphone. Un nuovo strumento per sviluppare una diversa percezione di sé e della realtà che li circonda. Pertanto, scrutare in che modo utilizzano la tecnologia digitale, come si raccontano, cosa e quali stili narrativi adottano».
 
Da anni la studentessa è attratta dalla cultura del popolo africano, dai valori che lo caratterizzano. Ha raccontato gli immigrati che sbarcano in Sicilia e ora vuole andare nella loro terra e vivere un po’ con loro. Metterli al centro dei suoi racconti e dare loro l’occasione di raccontarsi attraverso l’utilizzo della tecnologia digitale; in questo modo l’arte diventa oggetto di condivisione e inclusione sociale. Media sociale quindi e non social media.

Per raggiungere questo obiettivo, Annabella ha coinvolto amici e parenti per raccogliere telefonini da distribuire ai ragazzi seguiti da Museke per realizzare un “bel racconto sul Burundi” da restituire alla fondazione Museke e ai vari partner di riferimento come testimonianza e promozione delle attività svolte. 

L’idea progettuale si svilupperà in due fasi: raccolta di materiale video e fotografico per documentare il luogo e i progetti che la fondazione Museke sviluppa; analisi, attraverso l’attivazione di un laboratorio con 15-20 ragazzi.