“L’archivio è un luogo affascinante, dove non si trova la storia ma fonti da interrogare per collegare il passato con il futuro; è dunque un luogo che richiede una formazione specifica e una certa sensibilità”.

Con queste parole del prof. Sergio Zaninelli ha preso avvio giovedì 12 ottobre il seminario di studio Gli archivi editoriali come fonti per la ricerca, promosso dall’Archivio per la Storia dell’Educazione in Italia (ASE), fondato dal prof. Luciano Pazzaglia nell’anno accademico 1993/1994 e dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza dei beni culturali della Lombardia.

L’ASE infatti è nato con l’intento di individuare e di acquisire fondi archivistici relativi a vicende e protagonisti della storia della scuola e delle istituzioni educative in Italia e sino ad oggi ha raccolto un imponente materiale documentario prodotto da alcune eminenti figure di studiosi, politici e uomini di scuola.

La relazione del prof. Pazzaglia si è incentrata sulla storia degli archivi di due case editrici bresciane che continuano ancora oggi la loro attività: La Scuola Editrice e la Morcelliana, nate rispettivamente nel 1904 e nel 1925 per iniziativa di un gruppo di laici e sacerdoti (tra i quali Giorgio Montini e il figlio, futuro papa Paolo VI), desiderosi di contribuire allo svecchiamento della cultura cattolica.

La Scuola doveva affermarsi in modo particolare prima nel campo dell’editoria scolastica e, a partire dal secondo dopoguerra, anche in quello della cultura pedagogica; la Morcelliana, dal canto suo, si caratterizzava, agli inizi, per la produzione di testi di argomento religioso, ma ben presto avrebbe ampliato la sua prospettiva di studio in ambito storico e filosofico. Due editrici dunque ben distinte sul piano editoriale, ma vicine per consonanza ideale, da sempre impegnate nel campo educativo-culturale di ispirazione cattolica. Per lungo tempo le carte di ambedue le editrici sono state lasciate a se stesse ma da qualche anno esse sono state fatte oggetto di un primo riordino e oggi sono in buona parte accessibili agli studiosi.

Le carte del fondo della Morcelliana sono state presentate da Sara Lombardi, collaboratrice del ASE, che ha sottolineato la ricchezza del materiale documentario, il cui studio permette di ricostruire non solo la storia dell’editrice, bensì svariati aspetti della società bresciana del Novecento.

Sulla curiosa vicenda dell’archivio della casa editrice Manfrini di Rovereto (nata intorno al 1920) ha parlato il prof. Baldi: specializzata in guide turistiche (commissionate da enti pubblici), l’editrice ebbe molta fortuna ma, una volta chiusa, il suo archivio (e con esso il patrimonio delle macchine) rischiava di andare distrutto. Questa purtroppo è la sorte della maggior parte degli archivi editoriali e delle piccole e medie industrie italiane, sebbene essi siano fonti preziosissime per ricostruire la storia dell’economia e della società di un territorio: infatti un archivio editoriale è unico ma è al contempo composto da più archivi (quello della azienda, quello della tipografia, quello della corrispondenza tra autori ed editori).