Fragole che hanno dentro una storia di libertà e sicurezza sociale. È il succo di ExNovo, un progetto della cooperativa sociale Orto Botanico, in cui il valore etico si integra al valore tecnico dell’innovazione scientifica e che oggi, grazie anche al contributo della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, ha portato alla raccolta e alla commercializzazione di fragole coltivate dai detenuti con le più moderne tecniche agrarie, direttamente all’interno del Carcere delle Novate di Piacenza. Una reale opportunità riabilitativa in vista del reinserimento nella società una volta scontata la pena.

Ingenti investimenti e un grande impegno sul campo hanno portato a un primo raccolto di frutti, i cui elevati livelli di qualità sono stati raggiunti grazie alla collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, scesa in campo per garantire oltre che la qualità del prodotto, anche tecniche di coltivazione innovative e all’insegna della sostenibilità ecologica. 

«Una delle nostre missioni, come Università - spiega il professor Ettore Capri, direttore del centro di ricerca per lo sviluppo sostenibile (Opera) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - consiste proprio nel coinvolgimento della comunità nel trasferimento della conoscenza. Con ExNovo abbiamo insegnato ai detenuti le tecniche migliori per ottenere i migliori risultati e questo consente il raggiungimento di obiettivi anche sociali». 

A sottolineare il valore e l’importanza della missione “rieducativa della pena”, è Maria Gabriella Lusi, direttrice del Carcere di Piacenza, impegnata in prima persona nel sostenere e promuovere un’iniziativa «che esprime valori importanti, innanzitutto perché rappresenta una possibilità per i detenuti coinvolti, ovvero quella di reinserirsi nella società in condizioni nuove, sanando così quella frattura che il reato necessariamente ha comportato. Ma non solo. Attraverso questo progetto – ha aggiunto - il carcere esprime la capacità di costruire una rete territoriale, in sinergia con tutti i partner coinvolti».
 
Ed è proprio questo il fine ultimo dei percorsi lavorativi che L’Orto Botanico porta avanti già dal 2016 all’interno del Carcere con piccole produzioni di ortaggi, miele e laboratori di falegnameria. «Vorremmo ora attraverso questo unico prodotto – afferma il presidente Fabrizio Ramacci - riuscire a raccontare al meglio la storia che ci sta dietro, le persone, e il valore di un progetto che rappresenta un’opportunità sia per i detenuti che vengono coinvolti sia per la società. Crediamo fortemente nel valore dell’offrire una seconda opportunità a chi ha sbagliato e attraverso il lavoro diamo l’opportunità di ricominciare da zero. Ex Novo, appunto».