Alle frontiere della scienza. È il confine dove si collocano le ricerche di Maria Gnarra, che alla Columbia University studia come realizzare modelli di cute in 3D direttamente dalle cellule del paziente, e di Davide Vetrano, che all’Aging Research Center del Karolinska Institutet di Stoccolma cerca di capire per quale motivo invecchiamo in modo così differente gli uni dagli altri e quali sono le conseguenze di tale eterogeneità sulla salute e sulla longevità delle persone.

Insieme a Silvia Rigoldi, laureata in Scienze linguistiche nella sede di Milano, ora alle prese con un master alla Rhode Island School of Design (Usa), Maria e Davide sono gli alumni dell’Università Cattolica che hanno beneficiato delle Borse di studio Ermenegildo Zegna 2017/2018, destinate per il quarto anno di fila ai migliori laureati italiani che, grazie al sostegno del programma, potranno continuare le loro ricerche nelle più prestigiose università straniere, 23 delle quali si collocano fra le prime 30 del Times Higher Education Ranking.

Così è stato per Maria Gnarra, 30 anni, laureata in Medicina alla sede di Roma dell’Ateneo, che grazie alla Zegna Founder Scholarship è potuta tornare associate research scientist alla Columbia University, dove era già stata a svolgere il suo dottorato (leggi la sua storia)

«Durante il percorso di dottorato in dermatologia oncologica ho sviluppato un forte interesse verso l’ingegneria tissutale e il 3D bio-printing» racconta Maria. «Realizzare modelli funzionali di cute in 3D a partire da cellule del singolo paziente, corrette da eventuali mutazioni responsabili di malattie, trova innumerevoli applicazioni. Sviluppare tali modelli consente di sopperire alla carenza di organi per il trapianto, tra i quali la pelle, e allo stesso tempo di evitare reazioni di rigetto, essendo questi pazienti-specifici». 

Davide Vetrano, 31 anni, è un medico geriatra laureato e specializzato alla facoltà di Medicina di Roma (leggi l'intervista). Da più di due anni vive a Stoccolma dove ha terminato la specializzazione e ha avuto l’opportunità di iniziare un dottorato di ricerca in epidemiologia. Svolge la sua attività all’Aging Research Center del Karolinska Institutet, un centro all’avanguardia, dove più di 90 ricercatori dai background più variegati studiano i segreti dell’invecchiamento. 

«Il mio specifico interesse verte sul ruolo giocato in questo processo dalle malattie croniche, che, come sappiamo, negli anziani tendono ad accumularsi con importanti ripercussioni sull’autonomia e sulla qualità della vita» spiega Davide, che da siciliano non ha avuto alcun problema ad adattarsi alle fredde latitudini scandinave. 

I due ricercatori della Cattolica, insieme alla soddisfazione per il riconoscimento, possono concedersi una constatazione ottimistica: «È rincuorante sapere che anche nel nostro Paese, non sempre incline a riconoscere il merito e a investire nei giovani, vi siano lungimiranti iniziative che antepongano il bene comune al profitto privato».