Studiare in Università Cattolica ha un vantaggio non solo per i lusinghieri dati legati all’employability dei suoi laureati e al placement dell’Ateneo ma anche perché paga in termini economici.

Potrebbe bastare dire che attualmente trovano lavoro entro 12 mesi 7 su 10 laureati triennali e 8 su 10 laureati magistrali e l’Università Cattolica si colloca al primo posto in Italia e al 58° a livello mondiale per la presenza attiva delle aziende nei campus universitari capaci di creare un network con gli studenti e offrire occasioni di lavoro. Senza dimenticare che nel QS Graduate Employability Ranking 2020 si posiziona tra le prime 5 università in Italia e nella Top 130 nel mondo.  

Ma non è di poco conto registrare che studiare in Cattolica è vantaggioso anche per i migliori ritorni economici che si ottengono una volta conseguita la laurea.

Lo conferma, anche quest’anno, il report annuale dell’Osservatorio Job Pricing realizzato insieme a Spring Professional, società di consulenza del gruppo Adecco, secondo cui la retribuzione annua lorda di un giovane tra 25 e 34 anni, che ha nel curriculum un titolo in Università Cattolica, è di 32.118 euro e colloca l’Ateneo di largo Gemelli al terzo posto tra le università italiane (escludendo il Politecnico di Milano). Un valore che supera del 5,5% la media nazionale.

L’Università Cattolica sale al secondo posto, sia nella fascia di laureati tra i 35 e i 44 anni (con una retribuzione annua lorda di 42.700 euro), sia nella fascia tra i 45 e i 54 anni (toccando uno stipendio lordo di 58.600 euro), superando in entrambe le fasce anche il Politecnico di Milano.

Ma il dato più interessante è l’incremento retributivo percentuale tra l’ingresso nel mondo del lavoro e gli anni centrali della propria carriera. L’Università Cattolica, con un +82%, registra il balzo in avanti maggiore tra la retribuzione nella fascia 25-34 anni e quella 45-54, salendo sul gradino più alto del podio degli atenei italiani.

Dal rapporto Job Pricing emerge, comunque, che, a prescindere dalle differenze tra le varie università, prendere un titolo accademico conviene ancora: sul piano del reddito lordo annuo medio, i laureati superano di 12.000 euro i diplomati (30.000 euro contro 42.000, pari al +40%). Proseguire gli studi resta, quindi, un investimento oculato. Soprattutto se condotto in atenei del Nord e non statali.