Concentrare gli investimenti e lo sviluppo economico soprattutto sull'area dell'Est europeo e del Mediterraneo dove l'Italia può giocare un ruolo fondamentale sia per i rapporti bilaterali che in chiave europea. È il messaggio del Forum Economico Gli investimenti italiani in Romania: un percorso europeo nell’economia globale, organizzato a Bucarest il 14 giugno da Confindustria Romania in accordo con la Camera di Commercio Italiana per la Romania e il Gruppo Assicurativo Sace.

L’evento, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente rumeno Klaus Iohannis e di numerosi ministri del governo di Bucarest, ha chiuso con successo la prima visita ufficiale del Capo dello Stato in Romania. All’iniziativa ha partecipato anche Alessandro Baroncelli, docente di Economia e Gestione delle imprese e direttore del centro di ricerca Icrim dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il professor Baroncelli ha focalizzato il suo intervento sull’importanza strategica dello sviluppo di competenze necessarie per guidare le imprese italiane verso questo tipo di mercati internazionali ampiamente competitivi: «La Romania - dice Baroncelli - è considerata oggi un vero laboratorio europeo, sia per la sua posizione geografica che per la fase politica che sta attraversando. Le imprese italiane sono tra i principali player e hanno sperimentato operazioni di off-shoring, back-shoring e più recentemente stanno operando in Romania anche come piattaforma per l’accesso competitivo nell’UE e in mercati extra-europei».

L’Italia rappresenta già oggi il primo partner commerciale della Romania, con un volume di interscambio che si aggira intorno ai 13 miliardi, superiore a quello con Paesi quali il Brasile, l’India e il Giappone. Dal 1° gennaio 2007, data in cui è entrata a far parte dell’Unione Europea, la Romania ha beneficiato di circa 10 miliardi di euro di Fondi Europei, che si aggiungono ai 43 miliardi previsti dalla nuova programmazione europea 2014-2020.

«L’obiettivo generale del Programma Operativo Competitività (Poc), che fa parte del programma di finanziamenti previsti dal Fesr, – aggiunge Baroncelli - è la crescita intelligente, basata sull’innovazione, attuabile solo attraverso un consolidamento della ricerca, dello sviluppo tecnologico e delle competenze in ambito economico e digitale. Il centro di ricerca Icrim si pone come partner di queste iniziative di sviluppo in un’ottica di lifelong learning in vista degli accordi relativi alla Strategia Europea 2020, avendo già misurato gli effetti dello sviluppo delle competenze sulle performance delle imprese alla scala internazionale».

Il Forum economico è stata anche l’occasione per la presentazione della nuova classe del Master Mib Executive in international Business, in partenza a ottobre 2016: «È un programma interamente insegnato in lingua inglese, e potrà contribuire a formare coloro che intendono operare sui mercati internazionali come quello rumeno». Un’attenzione, quella dell’internazionalizzazione delle imprese, che in Cattolica ha ormai lunga storia.