Terapie intensive al momento sotto controllo, ben lontane dal raggiungere la saturazione. In media in Italia l’8,17% dei ricoverati per Covid-19 ricorre al setting assistenziale della Terapia Intensiva.

 

Analizzando il tasso di saturazione dei posti letto di Terapia Intensiva sui nuovi posti letto attivati post DL 34/2020, la Liguria risulta al 9,3% seguita dalla Sardegna al 8,3% e dalla Campania al 6,4%. Queste Regioni, che hanno a oggi il maggior tasso di saturazione dei posti letto di Terapia Intensiva, avrebbero avuto i seguenti tassi di saturazione considerando i posti letto attivi prima del DL 34/2020: Liguria (14,7%), Sardegna (14,2%) e Campania (10,4%). «Al momento non abbiamo indicazioni precise sullo stato di avanzamento dei piani di riorganizzazione della rete ospedaliera ex DL 34/2020 e per questo motivo abbiamo calcolato la saturazione, sia quando i piani saranno a regime, sia rispetto al numero di posti letto pre DL 34. Attualmente – sostiene Americo Cicchetti, professore ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia del campus romano dell’Università Cattolica – la situazione è apparentemente sotto controllo: la maggior parte delle Regioni ha tassi di saturazione (sia pre DL 34 che “a regime”) nell’intervallo 0 - 3%. È tuttavia necessario non abbassare la guardia soprattutto in alcune Regioni come Sardegna, Liguria, Campania e Lazio – tutte Regioni che continuano a mostrare incrementi notevoli di contagiati». È quanto emerge  dal 22° Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico sull’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.

 

Integrazione del personale sanitario. Dal rapporto #19 è stata avviata un’indagine sul personale sanitario medico ed infermieristico per i quali è stato indetto un concorso pubblico nel periodo compreso tra il 9 marzo 2020 e il 30 settembre 2020. Sono state prese in considerazione le discipline afferenti alla gestione del Covid-19. Nelle Regioni italiane è possibile riscontrare un sistematico incremento nella richiesta di personale medico, con bandi aperti e chiusi in quasi tutte le Regioni italiane. Ad oggi risultano chiusi più di 1.300 bandi per personale medico mentre altri 184 risultano ancora aperti. Da questi bandi, risultano 3.513 unità di personale medico aggiuntivo già reclutato e 603 unità di personale medico aggiuntivo in fase di reclutamento. L’incremento è quindi intorno al 3% della forza lavoro medica del Ssn, che corrisponde ad un incremento di solo l’+1,2% dei medici attivi in Italia. In termini di incremento percentuale di personale medico, Molise (+18%) e Piemonte (+17%) risultano essere le Regioni che hanno investito maggiormente in termini di incremento del personale medico. Analizzando inoltre le tipologie di bandi che sono stati indetti, 1.274 unità di personale medico aggiuntivo risulta essere stato assunto da bandi con specifico riferimento all’emergenza Covid-19 mentre 2.842 unità di personale medico aggiuntivo risulta essere stato assunto da bandi senza esplicito riferimento all’emergenza covid. “L’analisi dei bandi regionali – afferma il professor Cicchetti – mostra che sostanzialmente che la maggior parte delle regioni ha concluso le procedure per implementare il proprio personale. La Regione che ha emanato più bandi è stata la Lombardia, seguita dalla Sicilia e dal Lazio. Tuttavia, i maggiori incrementi di personale medico si riscontrano in Molise (+18%) e in Piemonte (+ 17%) mentre percentuali più basse caratterizzano l’Emilia-Romagna e la Toscana (+1%). L’emergenza Covid-19 – continua Cicchetti – sembrerebbe essere stata ‘sfruttata’ dalle Regioni che escono dai Piani di Rientro per rinforzare il personale, ridotto da anni di blocco del turn-over.”

 

Quadro epidemiologico. Si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 29 settembre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 50.630) sulla popolazione nazionale è pari allo 0,08% (stabile rispetto ai dati del 22/09). La percentuale di casi (n= 313.011) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dallo 0,50% allo 0,52%. Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra nella P.A. di Trento (1,10%) e in Lombardia (1,05%), seguita da Valle d’Aosta (1,04%) ma è in Sardegna (0,12%), Lazio (0,12%), Emilia-Romagna (0,11%), Liguria (0,11%), PA Trento (0,11%) e PA Bolzano (0,11%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con una media nazionale pari a 0,08% (stabile rispetto ai dati del 22/09). In termini di monitoraggio della prevalenza settimanale (23/9/2020 – 29/9/2020) si registra un tasso di prevalenza rispetto alla popolazione residente minore rispetto alla media nazionale in numerose Regioni (prevalentemente del Centro-Sud). Tra le Regioni del centro il Lazio registra un valore dello 0,13%. La prevalenza nell’ultima settimana registrata nel contesto nazionale è pari a 0,09%. Dal report #21, si introduce una nuova analisi in termini di monitoraggio della prevalenza derivante dal confronto negli ultimi mesi (1 agosto – 30 agosto e 31 agosto – 29 settembre per 100.000 abitanti) si denota come nella maggior parte delle regioni tale indice è raddoppiato. In particolare, nell’ultimo mese la prevalenza di periodo nei 30 giorni è più che raddoppiata. La differenza più significativa riguarda la Puglia, la Campania, la Liguria e la P.A di Trento.

 

Tamponi diagnostici. Per quanto riguarda la ricerca del virus attraverso i tamponi, il trend nazionale sul tasso dei tamponi effettuati (per 1000 abitanti) è aumentato rispetto alla settimana scorsa, ed è pari a 9,11 (la scorsa settimana era pari a 8,82 tamponi per 1000 abitanti). Relativamente al tasso settimanale di nuovi tamponi, i valori più alti vengono registrati nelle regioni del nord (Veneto e P.A di Trento e di Bolzano). Il valore più basso viene registrato nella Regione Puglia (4,81).

 

Modalità di identificazione dei nuovi casi. La Protezione Civile a partire dal 25 giugno fornisce quotidianamente nuovi dati sulla modalità di identificazione dei nuovi casi: da sospetto diagnostico e da attività di screening. La combinazione di tali indicatori potrebbe consentire di descrivere l'apporto che le attività di screening stanno dando nell'individuazione del bacino di residenti attualmente positivi, nonché di meglio caratterizzare i modelli adottati nelle diverse Regioni per la ricerca dei casi in generale. Nella maggior parte delle Regioni solo una minoranza dei casi accertati di Covid-19 risulta diagnosticata a partire dai test di screening. La Puglia registra il valore più basso nella percentuale di casi totali diagnosticati a partire dal sospetto clinico (30,49%). Nella maggior parte delle Regioni la quasi totalità dei casi accertati di COVID-19 risulta diagnosticata a partire dal sospetto clinico. Dal report #21, si introduce una nuova analisi che monitora i nuovi casi da sospetto clinico/casi totali & i nuovi casi da screening/casi totali. Tra la gran parte delle Regioni solo una minoranza dei casi accertati di COVID-19 risulta diagnosticata a partire dai test di screening. Nella maggior parte delle Regioni la quasi totalità dei nuovi casi accertati di COVID-19 risulta diagnosticata a partire dal sospetto clinico ad eccezione delle Marche, del Molise e della P.A. di Bolzano.

 

Ricoveri. In riferimento ai ricoveri, Il Friuli-Venezia Giulia rappresenta la regione che attualmente registra il rapporto più elevato tra ricoverati in terapia intensiva sui ricoverati totali (22,2%) seguita dalla Toscana (17,09%) vs una media nazionale dell’8,17% dei ricoverati COVID-19. Analizzando l’andamento dei pazienti ricoverati sui positivi, vediamo delle differenze tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud. Le Regioni contraddistinte da un indice più stabile nell’ultimo mese sono la Lombardia, la Toscana e l’Emilia-Romagna. Si segnala un trend in crescita, ma in lieve diminuzione durante l’ultima settimana nella Regione Liguria. In Veneto il trend è in aumento. Nella P.A di Trento si registra il valore più basso nell’ultima settimana pari al 2,37% di pazienti ricoverati sul totale dei positivi. Nelle Regioni del Centro, si registra un andamento in aumento in Abruzzo, ed Umbria. Nelle Marche l’indicatore subisce una lieve variazione in diminuzione per poi aumentare lievemente durante l’ultima settimana. Si segnala nel Lazio un trend decrescente durante l’ultimo mese. Nelle Regioni del Sud, si registra un trend in aumento in Basilicata, Campania, Sardegna e Sicilia. In Calabria e Puglia il trend è in diminuzione anche se durante la settimana dell’8 settembre proprio in Puglia si registrava un valore pari al 15,12%.

 

Test rapidi scuola. Pur confermando come, allo stato attuale, il test molecolare rimanga tuttora il test di riferimento per la diagnosi di Sars-CoV-2, i test antigenici rapidi su tampone naso-faringeo possono essere utili in determinati contesti, come lo screening rapido di numerose persone (es. porti e aeroporti).  A tal proposito, il ministero della Salute, con la circolare DGPREV del 29 settembre 2020, ha evidenziato l'utilità dei testi antigenici rapidi come strumento di prevenzione nell’ambito del sistema scolastico. L’utilizzo dei test antigenici rapidi, seppure considerando i possibili limiti nelle caratteristiche del test (es. scarsa sensibilità), difatti, potrà anche in ambito scolastico accelerare la diagnosi di casi sospetti di Covid-19. La frequenza di episodi febbrili nella popolazione scolastica nel periodo autunnale e invernale sarà infatti presumibilmente molto elevata e sarà necessario ricorrere spesso alla pratica del tampone per escludere in tempi rapidi la possibilità che si tratti di Covid-19 e per individuare rapidamente i casi, isolarli e rintracciarne i contatti, facilitando la decisione di applicare o meno misure quarantenarie in tempi brevi e con un risparmio notevole di risorse, evitando un eccessivo sovraccarico dei laboratori di riferimento. Al contrario, i test antigenici e molecolari su campioni di saliva, allo stato attuale delle conoscenze, difficilmente si prestano allo screening rapido di numerose persone, in quanto richiedono un laboratorio attrezzato. Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri è pubblicata la Richiesta pubblica di offerta in procedura semplificata e di massima urgenza per la fornitura di cinque milioni di test rapidi per la rilevazione qualitativa di antigeni specifici di Sars-CoV-2 presenti su tampone nasofaringeo o campione salivare, compatibili con l’utilizzo come POCT. La Richiesta pubblica di Offerta è effettuata dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica di Covid-19. Le offerte dovranno essere presentate entro le ore 18.30 di giovedì 8 ottobre 2020.

 

Liste d’attesa. Da questo rapporto è stata avviata un’indagine sui provvedimenti messi in campo dalle regioni per abbattere l’incremento delle liste d’attesa per effetto dell’emergenza Covid-19. Il Decreto-legge 14 agosto 2020 all’articolo 29 prevede l’utilizzo di strumenti straordinari al fine di corrispondere tempestivamente alle richieste di screening, prestazioni ambulatoriali e ricoveri ospedalieri non erogate nel periodo di emergenza epidemiologica. In particolare, al comma 9 si specifica che le Regioni le regioni e le Province Autonome provvedono, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, a presentare, al Ministero della Salute e al Ministero dell’Economia e delle Finanze, un Piano Operativo Regionale per il recupero delle liste di attesa.

Il cartogramma mostra le regioni che, in seguito all’approvazione del Decreto-legge, hanno deliberato piani di recupero per le liste di attesa. Al 30 settembre sembrerebbe che solo 4 Regioni abbiano deliberato in merito, peraltro con approcci abbastanza diversi: Regione Piemonte (€35,2 milioni stanziati per ripianare le liste d’attesa dovute all’emergenza covid*), Regione Marche (€12,5 milioni), Regione Toscana (€30 milioni), e Regione Veneto (€39 milioni).

 

*Al fine di corrispondere tempestivamente alle richieste di prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate nel periodo dell’emergenza  epidemiologica conseguente  alla diffusione del virus SARS-Cov-2, e, contestualmente allo scopo di ridurre le liste di attesa Decreto-Legge 14 agosto 2020, n. 104. Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia. (20G00122) (GU n.203 del 14-8-2020 - Suppl. Ordinario n. 30).