L’Università Cattolica ottiene per il secondo anno consecutivo la prima posizione in Italia per la presenza attiva di aziende nei campus universitari guadagnando 12 posizioni rispetto allo scorso anno.

Sono i dati emersi da due degli indicatori che compongono il Graduate Employability Ranking 2019, l’indagine che analizza le migliori 500 università al mondo per quanto riguarda l’occupabilità tra i 758 atenei presi in esame.

Considerando la media ponderata di tutti gli indicatori, l’Università Cattolica del Sacro Cuore si attesta tra le posizioni 121-130 nella classifica mondiale.

Entrando nel merito dei singoli indicatori, secondo l’indice Employer - Students Connections, realizzato sul numero di aziende attivamente impegnate nel campus, l’Università Cattolica è prima in Italia tra le 18 università italiane presenti in classifica, e 58esima al mondo.

Nell’indicatore Employer Reputation, basato su un sondaggio di 44.000 datori di lavoro in tutto il mondo ai quali è stato chiesto di indicare da quali università preferiscono assumere talenti, l’Università Cattolica si colloca al quarto posto in Italia, subito dopo Politecnico di Milano, Politecnico di Torino e Università di Bologna (Unibo).

E ancora: nell’indicatore Partnerships with Employers, che si basa sulle collaborazioni sviluppate dalle università con multinazionali e sul tirocinio degli studenti, l’Università Cattolica si attesta 94esima a livello mondiale, sesta in Italia.

«Le indicazioni che provengono da QS - commenta il professor Pier Sandro Cocconcelli, delegato del rettore per l’internazionalizzazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - rappresentano per il nostro Ateneo un motivo di grande orgoglio. Non si tratta solo di numeri, ma del valore che ogni giorno diamo ai nostri studenti, lavorando con eccellenti professionisti in grado di trasferire competenze di altissima qualità. I risultati, infatti, dimostrano che, una volta usciti dall’Ateneo, i laureati di Università Cattolica hanno tutte le skill per sapersi distinguere nel mondo del lavoro, portando così il loro bagaglio culturale nelle migliori aziende italiane e internazionali».