Come un Don Chisciotte. Edilio Rusconi tra letteratura, editoria e rotocalchi a 100 anni dalla nascita: è il titolo del nuovo volume della collana dei “Quaderni del Laboratorio di Editoria” dell’Università Cattolica che raccoglie le ricerche di un gruppo di giovani studiosi, guidati dalla curatrice Velania La Mendola, intorno all’impresa editoriale di Edilio Rusconi. Il numero 22 pubblicato da Educatt sarà presentato mercoledì 30 novembre 2016 alle 16 in aula Pio X (G119) dal professor Roberto Cicala, dallo storico dell’editoria Giancarlo Ferretti, da Ferruccio Parazzoli, già direttore degli Oscar Mondadori, dal giornalista Luigi Mascheroni e dalla curatrice del volume.  

Dopo le fortunate ricerche che hanno avuto come obiettivo l’approfondimento di alcuni casi editoriali legati a due «editori protagonisti» come sono stati anche per la storiografia ufficiale Giulio Einaudi e Arnoldo Mondadori, il nuovo progetto, ambizioso e non facile, è stato quello di occuparsi di un personaggio indubbiamente di primo piano nella storia dell’editoria del nostro Paese, ma finora lasciato in ombra. Eppure Edilio Rusconi, classe 1916, laureato in Università Cattolica, collega di Giancarlo Vigorelli, oltre a essere un letterato giornalista, ha guidato una delle imprese editoriali più floride del nostro Novecento, abilmente sospesa tra editoria popolare - con la pubblicazione di testate come “Gente” - e letteratura: si pensi solo all’edizione del "Signore degli Anelli" pubblicato nel 1970, cui arrise un successo straordinario. 

Non mancano in questa storia – riportata alla luce attraverso documenti d’archivio inediti e testimonianze di alcuni dei protagonisti – nomi prestigiosi, soprattutto per quanto pertiene alla produzione saggistica della casa editrice: basti citare Giovanni Reale e Nicola Abbagnano. Si tratta dunque di un primo affondo in un campo – in massima parte ancora inesplorato – del grande filone dell’editoria cattolica e non stupirà allora trovare in queste pagine anche una lettera di padre Agostino Gemelli, con un affettuoso ammonimento all’editore milanese: «Poiché il Signore Le ha dato in mano uno strumento prezioso di bene, io mi auguro che Lei sappia sempre fare le cose in modo che questo bene sia compiuto».