I mercati illegali sono caratterizzati, per definizione, da una mancanza di numeri e di dati certi. L’economia criminale non gode dei principi contabili tradizionali. I ricercatori possono impiegare anche molti anni nel tentativo di quantificarne il valore. Serena Favarin, concluso da poco il dottorato in Università Cattolica con una ricerca sulle concentrazioni criminali a livello di segmenti stradali applicata alla città di Milano, al Centro di ricerca di criminologia dell’Ateneo Transcrime studia come funzionano i traffici che alimentano i mercati illeciti e come si riesce ad analizzarli in modo scientifico. 

«È molto difficile indagare i mercati illeciti, soprattutto quando ci sono poche informazioni disponibili. La raccolta dati, che è il primo passo nell’analisi di qualsiasi fenomeno, risulta molto impegnativa a causa della scarsità di informazioni disponibili» spiega la criminologa. «Ogni mercato ha le sue peculiarità: quello della droga è un mercato molto studiato per cui sono disponibili più dati raccolti in maniera sistematica. Per altri mercati, come per esempio quello delle armi, della contraffazione o dei rifiuti illeciti, ci sono invece meno informazioni disponibili. Il nostro obiettivo come Centro di ricerca è quello di costruire delle metodologie replicabili in grado di indagare e quantificare diversi mercati illeciti». 

La ricercatrice di Transcrime negli ultimi anni si è sono occupata in particolare del traffico di tabacco. «È un fenomeno che ha un andamento decrescente in Italia: dal 2012 al 2013 il consumo di sigarette illecite è diminuito in tutte le regioni a eccezione della Calabria». I ricavi delle sigarette illecite in Europa vanno dagli 8 agli 11 miliardi di euro l’anno, cifre considerevoli ma comunque inferiori a quelle di altri mercati illeciti come la droga o le armi. In particolare, tra il 2006 e il 2013 il mercato illecito del tabacco è cambiato in modo significativo all’interno dell’Unione europea: in alcune aree si è ridotto, mentre in altre è esploso. 

«L’Italia è l’esempio perfetto» spiega Serena Favarin. «Nel 2013, le regioni che registrano i volumi maggiori di sigarette illecite sono la Campania, la Basilicata e la Lombardia: complessivamente il fenomeno è in diminuzione, a eccezione proprio di quest’ultima regione, che invece ha fatto registrare un aumento considerevole dei traffici dal 2006 al 2013 (+53,7%)». Senza dimenticare che le sigarette illecite consumate nell’Unione europea spesso provengono da paesi non Ue che immettono sul mercato nero il surplus della produzione. 

«Per raccogliere questi dati - prosegue la criminologa - vengono utilizzate le informazioni provenienti dall’Empty pack survey, un’indagine fatta dalle major del tabacco sui pacchetti vuoti in diverse città del mondo, con la raccolta in modo sistematico dei pacchetti di sigarette gettati nella spazzatura, sia leciti che illeciti. Questa survey fatta a campione ci fa capire l’incidenza dell’illecito sul lecito e ci aiuta a elaborare delle stime del valore economico di questo traffico». 

Quest’anno la ricercatrice è al lavoro, insieme ad altri colleghi di Transcrime, al progetto europeo “Fire – Fighting illicit firearms trafficking routes and actors at European level” dedicato al traffico illecito di armi da fuoco nell’Unione Europea. «La raccolta dati per questo progetto si è basata sull’analisi sistematica delle open sources (principalmente articoli di giornale e comunicati stampa delle agenzie delle dogane dei diversi paesi dell’Ue)» afferma. 

«Attraverso il supporto di un crawler, sono state raccolte e catalogate informazioni già disponibili sul web che riguardano il traffico illecito di armi da fuoco in tutti i paesi dell’Unione europea. Questo permetterà di raccogliere informazioni, per esempio, sugli omicidi commessi con arma da fuoco e sui sequestri di armi in tutti i Paesi coinvolti nello studio. L’analisi delle open sources consente quindi di raccogliere informazioni utili anche in assenza di dati ufficiali. Negli Stati Uniti questo metodo è utilizzato per cercare informazioni sugli attacchi terroristici». 

Armi, tabacco, droga e rifiuti industriali: traffici illeciti che attraversano l’Europa e che fruttano milioni di euro alle organizzazioni criminali che li gestiscono. Mercati che trovano spazio nelle falle normative dell’Europa e nel mancato coordinamento tra i vari Stati.