di Luca Monti *

Perché consigliamo di prendere contatto con la manifestazione canora più amata? Perché all’ombra delle palme della Riviera ci sono molte cose da imparare per chi da grande voglia occuparsi di comunicazione, management e marketing, di eventi, di moda e cultura. Ecco un elenco di dieci motivi per vedere Sanremo.

1. Direzione artistica
La decisione di mantenere salda un’idea artistica, seppur discutibile, permette di riconoscere lo stile Carlo Conti, il suo. È un toscanaccio, moderato, impiegatizio, molto veloce, serrato, con grande ritmo. La scelta di Maria De Filippi, editore Mediaset, è efficace. Ottimo tenere l’idea ‘Tutti cantano Sanremo’ e sotto questo cappello, costruire tutto lo spettacolo. Mantenere una drammaturgia, costruire i personaggi: Carlo simpatico, Maria fredda ed elegante, poi gli eroi: i cantanti e i giganti dello sport del cinema, della musica. Leggiamo i titoli di testa, impariamo i nomi e capiamo come funziona la “macchina”.

2. Narrazione, storytelling
Televisivamente com’è costruito il racconto del festival? Passato, tradizione, Made in Italy e slancio verso il futuro. Pensate a quello strepitoso incipit di martedi. Dopoguerra, bianco e nero. Dalle Teche Rai i filmati dei non vincitori ma vincenti, poi il flash su Tenco, la grande favola del cantante serio stritolato dalla macchina del festival. Rewind. Tiziano Ferro canta, da quel buio, la canzone e se ne va, una lacrima. Contatto stabilito. L’orchestra che accende la scena con “Vedrai Vedrai” metafora dell’Italia di oggi precaria e in crisi. Anche questa è narrativa. Mix di ricordi, eccellenze, canzoni preferite, highlights internazionali. Merito anche della bravissima autrice di Carlo, Ivana Sabbatini.

3. Organizzazione
La Rai è padrona assoluta della manifestazione: sei studi televisivi, più il Teatro Ariston, 1.341 giornalisti accreditati, la gestione delle due sale stampa, del Dopofestival; almeno cinque trasmissioni di punta di Raiuno sono trasmesse da qui. Fotografi, promoter, artisti, manager e press office degli artisti: un lavoro svolto con professionalità.

4. Business
Un unico grande sponsor, Tim, con presenza in tutti i passaggi pubblicitari. Casa Sanremo location vip per sponsor di primo piano. Un palco per show case e Radio Monte Carlo e Radio 105. Abbiamo anche provato a studiare il fenomeno della pubblicità del festival in questi cinque giorni di programmazione e consigliamo la lettura di questo interessante articolo pubblicato da Wired Italia.

5. Musica
Dove va e che cosa sia oggi la fruizione della musica italiana? Le nuove proposte in particolare sono interessanti, non tanto i campioni, di certo gli ospiti, Tiziano Ferro e Carmen Consoli, Mika, Giorgia, Ricky Martin e anche studiare alcuni possibili prossimi successi radiofonici. Per quanto discutibile Carlo Conti imprime una sua idea facendo una vera selezione come direttore artistico. Un accontentare diversi target musicali e diversi gusti. L’importanza poi della serata cover aggancia il passato e lo rilegge.

6. Strategie di promozione
Come si promuovono i vari cantanti? Perché Tiziano Ferro e Carmen non parlano con nessuno, se non con una sola intervista? Come si comportano gli artisti attempati o i nuovi alle varie conferenze stampa? Sanno esprimersi in lingua italiana? Spesso i ragazzi dei talent sono letteralmente buttati in pasto alla stampa, mancano anche di capacità di interazione e di linguaggio. Chi sono le principali case discografiche? Come si promuovono? Clamorosa l’esclusione di Marianne Mirage di Sugar (che aveva piazzato bene Caccamo e Malika gli anni scorsi), che aveva anche delle deliziose spillette gadget… Interessate capire gli equilibri tra indipendenti, major, press agent: come mai la Atzei che rifiuta di stare nella compilation di “Sorrisi e Canzoni” è a rischio esclusione?

7. Social
Sanremo attira un’enorme quantità di contatti sui social. Aggrega, fa muovere critiche, tweet, post, una famosa youtuber siede tra i giurati. È un grande argomento che genera molto interesse, poco conta se siano critiche o commenti, fotografie o post satirici.

8. Fashion Show
La moda, gli abiti e le tendenze, la direzione di Carlo Conti ha imposto uno stile già dal 2015, Maria che sceglie Givenchy, la Atzei con Antonio Marras, una certa presenza sempre di Armani, lo stile metropolitano hipster, le barbe degli uomini. Nero e colori vivacissimi, pochi outsider, il bravo Gabbani che prende in giro il Festival e il mood occidentale.

9. Temi sociali, satira e festa
Non esiste festival che non abbia un riferimento al momento presente: bullismo, violenza sulle donne, i terremotati, il punto su campagne di sensibilizzazione, negli anni passati scioperi, sindacati. La presenza dei comici, in questo caso delle copertine di Crozza, fa rileggere i temi anche politici, fa vedere un vero volto dell’Italia, svela peccati comuni e lapalissiane verità. Il giullare è necessario per la festa, i folli dicono la verità più di mille talk show politici.

10. Territorio
Sullo sfondo di Sanremo, la Liguria, l’Italia enogastronomica, eccellenza dell’ospitalità, ristorazione, cibo, fiori. Su questo si può lavorare di più, creare un legame ancora più forte in termini di valorizzazione, una destagionalizzazione che ha a che fare coi grandi festival cinematografici di Venezia e Cannes. Lanciare un brand più forte per il Made in Italy. Mettere a confronto altre realtà anche internazionali che si affacciano sul tema dei grandi eventi o portare qui altri festival estivi italiani per lanciare le loro lineup.
Quindi venite! Anche solo per vedere che cosa succede in città e state qui, con un occhio da operatori, da addetti ai lavori, siate curiosi, indagate e osservate, c’è tanto lavoro dietro questa manifestazione, emblema comunque di una certa idea della cultura italiana.

* Docente di Eventi performativi - Coordinatore Tutor del Mec Master Eventi Culturali