Sarà un cammino, geografico ma anche e soprattutto personale, quello che dieci ragazzi si apprestano a iniziare. “A Piedi. Percorsi educativi” è l’inedito progetto pedagogico e formativo rivolto ad adolescenti con un passato macchiato da reati e quindi bisognosi di un’esperienza funzionale all’elaborazione e alla (ri)definizione della propria traiettoria esistenziale.

Sei giorni, 135 chilometri e 38 ore di cammino attorno alle sponde del Lago di Garda: i ragazzi partiranno lunedì 2 luglio, accompagnanti dal professor Giancarlo Tamanza, direttore del Laboratorio di Psicologia dell’Università Cattolica, Nicola Maccioni, educatore/guida e presidente di Area – Società Cooperativa Sociale Onlus con sede a Barghe (Bs) ed ente ideatore del progetto, e Luca Bonini, psicoterapeuta e direttore dei consultori familiari della stessa cooperativa.

Fondamentale il contributo scientifico di un’équipe del Laboratorio di Psicologia della Cattolica, sia nelle fasi di preparazione, che in quelle successive alla conclusione del percorso, con la predisposizione di tre incontri con l’equipe multidisciplinare in cui i ragazzi potranno rileggere, analizzare e valutare la fasi dell’esperienza fatta.

«Considerata la natura sperimentale e innovativa del progetto, nonché la necessità di validare il modello di intervento particolare attenzione verrà riservata l’attività di valutazione, che prenderà in considerazione sia le dimensioni di risultato (outcomes), sia il processo di lavoro, allo scopo di identificare il rilievo dei diversi fattori intervenienti (le condizioni di esercizio, gli aspetti relazionali, le attività e le esperienze a maggiore impatto emotigeno)» afferma il professor Tamanza.

Per quanto riguarda il primo aspetto verranno misurate comparativamente (pre e post intervento) alcune “variabili leggere” del funzionamento psicosociale dei partecipanti, indicative di trasformazioni connesse all’esperienza: indicatori della percezione di sé, dell’adattamento psicosociale, della fiducia interpersonale, dell’autostima e del senso di autoefficacia.

Sarà inoltre messa a punto un’attività di documentazione sistematica dell’esperienza, mediante l’analisi delle produzioni di testi scritti (diario di bordo a cura dei partecipanti e degli operatori), immagini e video, e l’audio/videoregistrazione degli incontri quotidiani. Sarà inoltre predisposto un questionario di valutazione dell’esperienza, somministrato quotidianamente per permettere di analizzare l’andamento dell’esperienza.

«Si tratta di un'esperienza di gruppo, ma anche di un modo per entrare in contatto con sè stessi, con il proprio corpo e, non ultimo, coi propri limiti» spiega Luca Bonini.

«Momenti di riflessione e svago procederanno parallelamente» fa notare il presidente di Area Nicola Maccioni. «I dieci protagonisti dell’iniziativa si trovano tutti nella fase di messa in prova, un’opportunità di riabilitazione educativa che consente di scontare la pena, o parte di essa, al di fuori dal carcere. I ragazzi - 10 adolescenti di sesso maschile, di età compresa tra i 17 e i 18 anni e diverse nazionalità - ci sono stati segnalti dall'Ufficio di Servizio Sociale (Ussm) del Tribunale dei Minorenni di Brescia e in passato hanno compiuto reati legati alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, o relativi al patrimonio, come furto e rapine».

«Il campione selezionato è omogeneo» precisa Tamanza. «Questi ragazzi non necessariamente provengono da famiglie problematiche o in condizioni di disagio. Molti fanno parte di nuclei famigliari comunemente definiti normali. Il fatto che siano tutti maschi e di nazionalità mista rispecchia in toto la situazione attuale: l’80% degli autori di reati compiuti da minori è di sesso maschile e di diverse nazionalità».

A tutti i partecipanti sarà inoltre chiesto di raccontare la propria esperienza attraverso una video-intervista che, unitamente alle fotografie e ai video registrati durante il percorso, confluiranno in un documentario sul progetto realizzato da quattro studenti di regia della Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano che seguiranno, passo dopo passo, i ragazzi nell’impresa.

Come spiega il regista Nicola Quinzani «il documentario finale – destinato a essere proiettato nell'ambito di convegni, conferenze specialistiche, nonché a festival e concorsi nazionali di settore - sarà costruito su due narrazioni parallele e complementari: il racconto personale e in soggettiva effettuato dai ragazzi che saranno muniti di una Action-camera, e quello più generale e esterno, legato al gruppo e al paesaggio circostante».