La candidatura per le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 è già realtà. Adesso manca vincere la sfida più importante: ospitare i Giochi. Quando Milano è stata scelta dal Cio «come sede per ospitare la convention per decidere chi sarebbe stato candidato ai giochi olimpici del 2026, lì è nata l’idea di promuovere la candidatura di Milano stessa» racconta Roberta Guaineri, assessore al turismo, sport e Qualità della vita di Milano, nel corso dell'evento di presentazione della candidatura italiana promosso da Cattolicaper lo Sport in largo Gemelli lo scorso 10 giugno.

«Successivamente anche il Veneto e la città di Cortina hanno dimostrato interesse - continua la Guaineri -  mentre il Piemonte si è ritirato». Questa è la prima volta nella storia in cui il Cio accetta una candidatura plurima per i giochi olimpici invernali. I criteri in base ai quali verrà selezionata la città che ospiterà i giochi riguardano la vision (perché una nazione vuole mettersi a disposizione del Cio); la presenza di infrastrutture all’altezza dell’evento (luoghi, impianti, collegamenti); la capacità di ospitare 24mila fra atleti e preparatori; il budget.

Il progetto presentato dal comune di Milano e quello di Cortina prevede due temi principali. Il primo riguarda la «creazione di una generazione 2020-2026 che ponga al centro lo sport non solo nelle scelte amministrative ma anche nelle scelte comunicative della città. Ci aspettiamo che questi prossimi sette anni che lo sport divenga centrale nella vita urbana» afferma la Guaineri. Il secondo mira alla valorizzazione del territorio e al trasferimento di un «know how alle persone che abitano le montagne e che a loro volta manterranno gli impianti sportivi», combattendo così lo spopolamento delle Alpi. 

La nuova agenda del Cio non vuole che si costruiscano nuove installazioni per poi abbandonarle, e questo potrebbe costituire un vantaggio notevole per la candidatura italiana, già fornita di impianti di eccellenza. Un tema critico sarà quello ambientale, per soddisfare il quale il progetto italiano prevede la creazione di due centri olimpici a impatto zero, uno a Livigno e uno a Cortina, costituiti da casette di legno smontabili che al termine dei giochi rimarrebbero in dotazione alla protezione civile.