di Ciro De Florio *

Chi si ricorda i vecchi televisori a tubo catodico? Io, purtroppo. Ma oggi la tecnologia ci regala meravigliosi (ed enormi) schermi Ultra HD, dove poter ammirare immagini con una risoluzione sconvolgente dai dettagli incredibili delle farfalle equatoriali dei documentari della BBC alla plasticità atletica di Cristiano Ronaldo, direttamente nel salotto di casa vostra. Eppure non è che con le vecchie tv non si vedesse nulla. A cambiare è stata la risoluzione dell’immagine. 

Il confronto tra i televisori è una buona metafora per addentrarsi su un terreno ostico come quello della logica e, in particolare, dei sistemi di logica iper-intensionale, su cui lavorano, tra ricercatori provenienti da tutto il mondo che si sono dati appuntamento nei giorni scorsi in Cattolica (si veda a lato).

Dimentichiamoci, per un momento, le immagini di farfalle e campioni sportivi e concentriamoci sui concetti, sui nostri modi di conoscere e classificare il mondo. La logica formale studia da sempre il modo di caratterizzare matematicamente le nostre intuizioni mettendo a punto degli strumenti formali via via più precisi, in grado di restituirci rappresentazioni sempre più ricche. Sulla frontiera della ricerca ci sono le logiche iper-intensionali. Per apprezzare questo “Ultra HD concettuale” proviamo a raccontare l’inizio di una vecchia e bellissima storia.

Durante la guerra di Tebe, muoiono i due fratelli di Antigone, caduti su fronti avversi. L’uno difendendo il governo di Creonte ha diritto alla sepoltura, l’altro, il ribelle, no. Antigone però decide di violare le leggi della città per rispettare un altro codice morale, la legge degli dèi, che impone di dare sepoltura ai morti. La storia continua, sempre bellissima ma tragica. A noi però interessa la particolare situazione in cui si trova Antigone; i filosofi la chiamano dilemma etico: qualunque azione decida di intraprendere, viola un codice.

Gli studiosi di logica deontica (così si chiama quella parte di logica che studia i concetti di giusto, obbligatorio, vietato e così via) hanno fornito negli anni buoni modelli matematici per analizzare il dilemma morale di Antigone. Il loro dispositivo preferito è postulare degli scenari alternativi in cui vigono rispettivamente i differenti codici morali. 

Quello che ci consente di fare però la logica iper-intensionale è di rendere espliciti i differenti insiemi di norme che generano il conflitto. Ovvero, ci consente sia di identificare in maniera rigorosa i codici morali sia di trattare in modo esplicito le ragioni in base alle quali, in certe situazioni, seppellire il fratello è giusto e doveroso e in altre ingiusto e criminale. Questi sistemi rendono conto, in altri termini, delle relazioni tra insiemi di norme (le leggi degli dei e della città) e obblighi (seppellire o non seppellire). È facile rendersi conto che il potere di risoluzione concettuale di questi sistemi ci fa apprezzare dettagli nuovi e cruciali per impostare una soluzione al dilemma.

Ma le applicazioni della logica iper-intensionale vanno ben oltre i classici problemi dei filosofi. Pensiamo alle fake news, a quella marea limacciosa di pseudo-informazioni che avvelenano il mondo dei media. Sarebbe utilissimo un sistema informatico, un software, che sia in grado di discernere le bufale dal resto. Ma come fare? Anche in questo caso, gli informatici sono molto interessati alle logiche iper-intensionali per sviluppare programmi in grado di tenere traccia delle fonti delle informazioni che leggiamo su Facebook e affini. Se le informazioni che dipendono da certe fonti si rivelano coerenti, allora il sistema, pesandole, le valuterà positivamente. 

Ma c’è di più. Quella che abbiamo descritto è una situazione statica, un fermo immagine; al contrario, le logiche iper-intensionali mappano la dinamica di queste relazioni tra fonte e notizia, in modo da osservare la variazione nel tempo del sistema; fonti che inizialmente si presentavano come affidabili potrebbero degradare nel tempo e viceversa. Per restare alla metafora, il nostro televisore non è prezioso solo per la definizione ma anche per la fluidità delle immagini. 

Per quanto impressionante e realistico, nessun replay ci dirà ultimativamente se è rigore o meno; così, il dilemma di Antigone o che cosa sia la verità non saranno dissolti dalle logiche iper-intensionali. Ma la via verso la comprensione del mondo non può ignorare i dettagli più fini che, come è noto, nascondono sempre persone interessanti.

* ricercatore della facoltà di Lettere e Filosofia, docente di Logica e di Modelli del sapere


In alto: Antigone au chevet de Polynice di Jean-Joseph Constant (Benjamin-Constant) (1845-1902, France)