Costruire un “naso elettronico” che rilevi molecole considerate biomarcatori di specifiche patologie; identificare nuove strategie terapeutiche per bloccare la progressione neoplastica e il processo di disseminazione metastatica nei carcinomi renali e, potenzialmente, anche in altri tumori; applicare le tecnologie 3D nell’ambito del movimento dentale per proporre al malato trattamenti meno invasivi.

Tre ricerche di frontiera per tre cervelli italiani che, grazie al programma Ermenegildo Zegna Founder’s Scholarship, potranno sviluppare o proseguire i loro progetti in prestigiosi centri di ricerca internazionali.

Sonia Freddi ha 27 anni e viene dalla provincia di Brescia. Dopo la laurea triennale e magistrale in Fisica, ha vinto il quadriennale International Doctoral Program in Science, promosso da Università Cattolica, KU Leuven (Belgio), Notre Dame (USA) Pontificia de Chile (Cile). Proprio al dipartimento di chimica della KU Lueven trascorrerà 6 mesi per approfondire le sue conoscenze. «Lavoro alla realizzazione di quello che comunemente viene chiamato “naso elettronico”, una piattaforma di sensori in grado di rilevare specifiche molecole di gas, per applicazioni soprattutto biomediche» spiega Sonia. «Soffiando sui sensori è possibile determinare se un paziente è sano o presenta qualche patologia - cancro, fibrosi cistica, broncopneumopatie cronico ostruttive, per citarne alcune - perché nel nostro respiro ci sono centinaia di molecole, che però sono in quantità diversa se una persona è sana o se è malata».

All’Md Anderson Cancer Center di Houston, in Texas, Luigi Perelli, 25 anni di Avellino, laureato in Medicina nella sede di Roma della Cattolica, farà parte di un team che utilizza un approccio innovativo per ricreare l’ecosistema neoplastico, basato su emergenti tecniche di biologia molecolare, quale il CRISPR-based in vivo gene editing, il “taglia-incolla” del DNA su modelli sperimentali di topo. «In questo modo sarà riprodotta, fedelmente, l’estrema eterogeneità del tumore. Concentrando l’attenzione dello studio su questa condizione sarà possibile chiarire come, durante la progressione neoplastica, si sviluppino forme di chemio-resistenza anche a farmaci di ultimissima generazione e come il cancro del rene diventi, durante la progressione tumorale, sempre più biologicamente aggressivo» 

Edoardo Staderini, romano prossimo ai 27 anni, laureato in Odontoiatria e dottorando, lavora a un progetto di ricerca che vuole proporre al malato trattamenti meno invasivi: «Avvalendosi delle tecnologie 3D a disposizione, il medico odontoiatra potrà prospettare al paziente le conseguenze dell’atto terapeutico, scegliendo delle cure rispettose dei suoi bisogni. L’équipe medica potrà pianificare la quantità e la tipologia di movimento dentale in relazione all’anatomia del paziente». Il potenziale suggestivo della ricerca apre le porte a scenari clinici nei quali radiografie durante e dopo il trattamento ortodontico potranno essere evitate.

Insieme a Sonia, Luigi ed Edoardo, quest’anno l’Università Cattolica ha calato il poker, grazie alla conferma della borsa Zegna a Davide Vetrano, il 32enne geriatra della facoltà di Medicina già da tre anni a Stoccolma per un dottorato di ricerca all’Aging Research Center del Karolinska Institutet. In prima linea sul tema della salute e della longevità. «Sono felice e onorato, afferma Davide dopo aver partecipato ai festeggiamenti per il quinto anno del programma Ermenegildo Zegna Founder’s Scholarship a Trivero (Bi): in un Paese come il nostro, ancora così timido nei confronti della mobilità internazionale - tanto da non riuscire ad attirare ricercatori stranieri e lasciandosi sfilare di tasca i propri - una fondazione filantropica elargisce serenità economica e supporto logistico a chi ce la dovrebbe fare altrimenti da sé».