Domenica 5 maggio si è celebrata la 95esima Giornata per l’Università Cattolica. Nell’Aula Magna di largo Gemelli a Milano l’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori ha presieduto la Messa che è stata trasmessa in diretta su Raiuno. Pubblichiamo il testo integrale della sua omelia.

L’evangelista Giovanni pone il racconto della pesca miracolosa al termine del suo Vangelo e nel contesto delle apparizioni del Risorto. Un episodio simile è presente anche nel Vangelo di Luca ma è posto all’inizio della predicazione di Gesù e, soprattutto, è collegato con la chiamata di Pietro a cui dice: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc 5, 10). Anche gli altri evangelisti Matteo e Marco ricordano questa frase di Gesù e la collocano sempre nel momento della chiamata di Pietro e del fratello Andrea: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono» (Mt 4,19-20; Mc 1,17-18).

L’episodio raccontato da Giovanni sembra essere quindi la ripresa e la definitiva conferma di quanto annunciato all’inizio, nel momento sorprendente della chiamata. Se nel primo incontro con Gesù poteva suonare come una frase strana e di non facile comprensione ora, alla luce della predicazione e dell’evento pasquale, diventa esplicita e assume le caratteristiche di una vera e propria missione ecclesiale. Il racconto giovanneo da una parte vuole così confermare la promessa iniziale e dall’altra indicare le modalità e le condizioni per il suo realizzarsi. 

Se nel racconto di Luca prevale l’elemento di rivelazione dell’identità e della potenza del Messia, in Giovanni la prospettiva è decisamente orientata all’impegno missionario che segna la vita della Chiesa nascente. Perché tale mandato si realizzi è necessario in primo luogo operare non secondo la propria logica, ma sempre alla luce della sua Parola. In secondo luogo occorre riconoscere la presenza reale del Signore risorto e alimentare la comunione eucaristica con lui, come indicato dal segno dei pani e dei pesci, per essere, infine, testimoni coraggiosi del suo amore, come emerge dal dialogo di Gesù con Pietro. 

Attraverso il ritmo incalzante delle tre domande poste dal Signore, evocazione forse del triplice rinnegamento di Pietro durante il processo a Gesù, e le risposte appassionate del capo degli apostoli si attua in modo definitivo il conferimento della responsabilità ecclesiale: «pasci le mie pecore» ossia “prenditi cura della comunità dei credenti”.

Questo compito viene assunto con coraggio da Pietro e dagli altri apostoli, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, tanto che uscendo dal Sinedrio sono «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù». E Pietro senza più alcuna paura annuncia la salvezza nel Suo nome, ormai ben consapevole che «bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini». Annunciare la bellezza e la gioia di seguire il Signore Risorto è la missione che attende anche oggi la Chiesa, soprattutto pensando alle nuove generazioni.

Con questo spirito celebriamo oggi la 95a Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore che fin dal suo inizio, poco meno di un secolo fa, si è posta al servizio delle nuove generazioni per aiutarle a diventare protagoniste della vita sociale ed ecclesiale. Il tema di quest’anno “Passione, talento, impegno. Cercando il mio posto nel mondo” vuole sottolineare le grandi potenzialità che hanno i giovani e la necessità di sostenerli nell’assunzione delle loro responsabilità. Lo ribadiscono anche i Vescovi italiani nel Messaggio per questa giornata: «il più grande aiuto che le famiglie, la società e la Chiesa possono offrire, è un autentico e qualificato accompagnamento che sappia garantire una formazione integrale della persona e lo sviluppo di competenze adeguate per affrontare la complessità del tempo presente».

È questa la missione specifica dell’Ateneo dei cattolici italiani la cui proposta formativa deve essere all’altezza delle sfide del nostro tempo. Di fronte ad un tale compito l’Università Cattolica, nel solco della sua solida tradizione, è oggi impegnata in un ampio e dinamico processo di sviluppo che le consenta di essere al passo con i tempi sia nell’ambito della ricerca scientifica più avanzata sia nel contesto della crescente internazionalizzazione, con la costante attenzione a promuovere e diffondere una cultura della solidarietà, dello sviluppo sostenibile e del contrasto a tutte le forma di emarginazione e di ingiustizia. 

La qualità della formazione professionale, la proposta di solidi valori sociali e culturali, la maturazione integrale della persona alla luce della visione cristiana della vita, sono i punti di forza di un Ateneo che sempre più rappresenta un prezioso punto di riferimento per i giovani che lo scelgono, per le loro famiglie e per l’intera società italiana. Guidata dalla parola del Signore e dall’insegnamento della Chiesa, anche l’Università Cattolica continua a gettare la rete nel vasto campo della cultura offrendo ai giovani un riferimento sicuro per costruire il loro futuro. È un compito esigente che richiede, come indicato anche da Papa Francesco nella recente Esortazione apostolica Post-Sinodale Christus vivit, un costante «rinnovamento e rilancio delle scuole e delle università “in uscita” missionaria» affinché le nuove generazioni acquisiscano «la capacità di integrare i saperi della testa, del cuore e delle mani» (n. 222).

Confidando nella preghiera e nel sostegno di tutta la comunità ecclesiale affidiamo al Sacro Cuore, che da sempre ispira e guida il cammino dell’Ateneo dei cattolici Italiani, il presente e il futuro di questa istituzione accademica perché la “pesca culturale e spirituale”, alla luce del vangelo odierno, possa essere sempre abbondante e fruttuosa. Amen