Abbiamo chiesto ad alcuni professori dell’Università Cattolica di spiegare le origini e gli sviluppi della nuova crisi mediorientale e di aiutarci a capire quali strumenti si possono adottare per spegnere la miccia di una situazione esplosiva.

di Andrea Locatelli *

Dopo l’uccisione del generale Qassem Soleimani l’attenzione di esperti, osservatori e dell’opinione pubblica in generale è concentrata sulla reazione dell’Iran. Se da una parte la preoccupazione principale è rivolta agli attacchi alle basi americane di Erbil e Al Asad, per altro verso Washington e Teheran si stanno affrontando in modo ben più misurato su un altro fronte: quello cibernetico. Un esempio di questo orientamento strategico è l’attacco che ha colpito nella giornata di sabato il Federal Depository Library Program (l’infrastruttura informatica che fornisce accesso a oltre mille biblioteche americane). Si tratta, da quanto è risultato da una prima analisi forense, di un “defacciamento”: per alcune ore, il sito web del programma ha mostrato un messaggio di cordoglio per la morte del generale iraniano e un’immagine di Trump preso a schiaffi.

Questo tipo di attacchi cibernetici è molto frequente e non dovrebbe suscitare troppe preoccupazioni: il sabotaggio è stato giudicato di basso livello tecnico (non risulta infatti che siano stati rubati né cancellati dati) e l’ufficio federale non rappresenta propriamente un’infrastruttura critica. Tuttavia, già in passato l’Iran ha dimostrato una discreta capacità offensiva in ambito cibernetico, soprattutto in risposta all’attacco del virus STUXNET contro la centrale nucleare di Natanz.

Per quanto sia sconsigliabile trarre conclusioni affrettate da questo singolo episodio, la prospettiva di una rappresaglia cibernetica su più larga scala all’assassinio di Soleimani appare tutt’altro che remota. In passato USA e Iran hanno gestito il confronto nel cyber spazio con grande attenzione, evitando che l’escalation potesse sfociare in aperto scontro armato. C’è quindi da sperare che Washington e Teheran anziché confrontarsi nell’ambito reale, preferiscano quello virtuale.

* Docente di Studi strategici nella facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere