L’Istituto Confucio dell’Università Cattolica, fondato nel 2009, partecipa alla Conferenza di Xi’an, come membro della vasta rete dei 525 Istituti Confucio nel mondo. Nelle delegazione dell'Ateneo, il delegato del rettore per l’internazionalizzazione Pier Sandro Cocconcelli e la direttrice dell’Istituto, con sede in via Carducci a Milano, Elisa Giunipero.

Ad aprire i lavori, alla presenza di circa tre mila delegati da 140 paesi, l’intervento della vice-premier cinese Liu Yundong, dal titolo “Build a Community of Shared Future for Mankind”. È stata ribadita l’importanza strategica che la Cina attribuisce agli Istituti Confucio, come veicolo di diffusione della lingua e cultura cinese nel mondo ma anche come parte di un vasto disegno di cooperazione culturale a livello globale. Gli Istituti Confucio - si auspica a Pechino - possono essere un efficace canale di cooperazione culturale, un veicolo di innovazione per lo sviluppo di pacifiche relazioni culturali tra diversi popoli.

Dalla Cina viene oggi una proposta di cooperazione molto importante, la One Belt One Road Initiative, il tentativo cinese di rispondere - coinvolgendo il numero più ampio possibile di collaborazioni internazionali - alle spinte attuali dei processi di globalizzazione. Gli Istituti Confucio contribuiscono alla realizzazione di una delle priorità della One Belt One Road Initiative, cioè quello che viene definito in inglese people-to-people bond.

La conferenza è una preziosa occasione di incontro e scambio sulle attività degli Istituti Confucio nel mondo e di confronto sulle strategie per il futuro. Al centro della discussione di questi giorni molti progetti di ricerca, forme di mobilità di studenti e docenti, doppi titoli, proposte di scambi e progetti culturali.

L’Istituto Confucio della Cattolica, coinvolto e attivo in molti progetti, ha maturato una solida capacità di mediazione e promozione culturale con diversi interlocutori cinesi. Da tempo partner privilegiato dell’Istituto Confucio della Cattolica è la Beijing Language and culture university (BLCU) di Pechino che ha creato un nuovo network internazionale tra 20 università la “BLCU Confucius Institute partnership alliance”, a cui anche l’Ateneo di largo Gemelli ha aderito.