Si chiama Federica Annecchino (nella foto a sinistra), ha 29 anni e, dopo aver già lavorato con Fabio Fazio, sarà nella redazione del prossimo programma di Maurizio Crozza che si chiamerà “Fratelli di Crozza” e andrà in onda da marzo su Nove.

La carriera di Federica, però, parte dall’Università Cattolica. Dopo il liceo classico frequentato a Bergamo, infatti, si iscrive alla triennale di Lettere Moderne a Milano, proseguendo poi, sempre in Cattolica, con una specialistica di due anni nelle stesse discipline ma con indirizzo in Editoria.

È in questi anni che in Federica Annecchino nasce la passione per i media, anche grazie alle lezioni del professor Giorgio Simonelli, suo docente ed esperto di mezzi di comunicazione.

«Al momento della tesi – spiega Federica – avevo anche una forte passione per il diritto dell’informazione e per questo mi riferii al professor Ruben Razzante, ma poi mi sono avvicinata più al tema del linguaggio dei media, iniziando a collaborare con il professor Simonelli».

In breve tempo le occasioni di lavoro in tv arrivano. Racconta Federica: «Dopo aver pubblicato un libro con Giorgio Simonelli, dal titolo Il vestitino, dedicato alle tecniche di intervista, mandai in giro il mio curriculum. Arrivò un anno di stage a ClassTv e poi, nell’estate 2015, un periodo di tempo a RepTv».

Ecco poi la chiamata dalla Rai: «Sono stata scelta per far parte della redazione della stagione 2015/2016 di Che tempo che fa». Lì Federica si occupa di fare analisi e ricerca sui personaggi ospiti in studio e consentire al meglio la preparazione delle interviste.

Quella che partirà a marzo non sarà per Federica la prima esperienza di lavoro con Maurizio Crozza. Già la scorsa stagione, infatti, Federica fu chiamata a lavorare al programma “Crozza nel Paese delle Meraviglie”, andato in onda su La7. «Facevo parte della redazione, in quel gruppo che si occupa di fare ricerca, di selezionare i video e di assistere Maurizio e gli autori nella stesura del copione. Io, in particolare, seguivo tutte le prove e partecipavo attivamente alle modifiche dei testi di Crozza».

Una carriera già movimentata, dunque, ma che non dimentica la formazione letteraria ricevuta: «Sono contenta di aver scelto Lettere moderne, credo mi abbia insegnato soprattutto il metodo rigoroso di approfondimento, anche grazie ad alcuni esami come quelli di filologia».

«Oltre alla formazione – conclude Federica – c’è poi la componente umana e professionale: incontrare il professor Simonelli è stata certamente una fortuna che mi ha aiutato molto».