La capacità attrattiva esercitata da un territorio è strettamente correlata alla narrazione che ne viene fatta, e lo sguardo di chi la racconta è quindi un mediatore fondamentale.


Il convegno Il Garda e il turismo lacuale: tradizione e sviluppo ha ripercorso la relazione strettissima che, dall’epoca preromantica sino ai giorni nostri, lega il turismo gardesano all’immagine dei luoghi restituita dalla cronache di viaggiatori e intellettuali.


Dalla prima guida turistica dedicata ai laghi, anglofona e pubblicata nel 1810, al fenomeno dei blog digitali “Oggi più che mai ha ancora senso parlare di narrazione e letteratura dei luoghi”. Lo ha spiegato Arturo Cattaneo – direttore del CEntro di ricerca sulla cultura e Narrazione del Viaggio (Cenvi) dell'Università Cattolica – introdotto dai saluti del prorettore Mario Taccolini.


«Pensiamo al fenomeno dei blog, degli influencers e dei social media: si tratta di narrazioni odierne estremamente funzionali alla diffusione della conoscenza dei luoghi, e al conseguente sviluppo del turismo. I turisti di oggi? Sono i discendenti diretti di quell’élite sociale e culturale europea dedicata alla pratica sette-ottocentesca del grand tour. Tra i personaggi più illustri vi furono Stendhal, Goethe e D.H. Lawrence… oggi, dei 24mila turisti registrati ogni anno, oltre il 70% sono stranieri provenienti dal nord Europa» ha concluso Cattaneo.


Sempre a proposito di numeri, ma non solo, l’intervento del presidente del Touring club italiano Franco Iseppi si è concentrato sulle criticità presenti e sulle prospettive di sviluppo.


«Con 7,4 milioni di visitatori (di cui il 56% concentrati nei mesi da giugno ad agosto) quello lacuale rappresenta il 6% del turismo italiano totale. Numeri non imponenti, ma certamente interessanti» ha precisato Iseppi. E il perché è presto detto: «Il Garda si trova all’8° posto nella classifica delle mete più attrattive del Paese, e al 1° sul podio di quelle più internazionali, con un sonoro 80% di turisti stranieri rispetto al 60% registrato nelle città d’arte».


Quali dunque le strategie da mettere in atto per un corretto e proficuo sviluppo del settore? Iseppi risponde: «Occorre creare sinergia tra le due sponde e le due amministrazioni del lago, nonché prestare attenzione alla questione ambientale e della qualità della acque, preservare intatto il paesaggio, favorire il riuso edilizio rispetto alla cementificazione. Il futuro del turismo? Avrà certamente una componente asiatica molto forte. Occorre quindi pensare ad una proposta culturale specifica».