A cura di Paolo Ferrari ed Emanuela Gazzotti

Chi l’ha vista l’ha definita un’apocalisse. Le due enormi esplosioni che hanno devastato Beirut martedì 4 agosto sono avvenute nei pressi del porto, dov'erano custodite 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, scaricate nel 2013 e poi depositate in un container, riducendo in polvere parte della capitale libanese come ai tempi della fine della guerra civile durata 15 anni. 

Pubblichiamo una serie di contributi di esperti dell’Università Cattolica e di testimonianze provenienti dal Libano per cercare di capire la situazione che il “Paese dei cedri” si trova ad affrontare dopo una tragedia, di cui andranno accertate le responsabilità, ma anche alla luce di una profonda crisi sociale, politica, economica e morale che attraversa la regione da tempo.

 


Un’esplosione che potrebbe segnare l’implosione di un Paese 
di Riccardo Redaelli, docente di Geopolitica, facoltà di Scienze politiche e sociali


Serviva una strage per svegliare una politica sorda e clientelare?
di padre Mounir Khairallah, vescovo di Batroun in Libano, consigliere del Patriarca maronita


La rabbia e l’orgoglio di un popolo ferito
di Laura Silvia Battaglia, giornalista freelance, coordinatrice della Scuola di giornalismo dell’Università Cattolica


Libano, il Medioriente su un piano inclinato
di Paolo Maggiolini, docente di Nuovi conflitti: storia strategie, narrazione, facoltà di Scienze politiche e sociali


La vera vittima è la verità
di Vittorio Emanuele Parsi, direttore Alta Scuola in Relazioni economiche e internazionali (Aseri), docente di Relazioni internazionali, facoltà di Scienze politiche e sociali


Foto in alto: Una candela accesa dei manifestanti all'interno del cinema abbandonato detto The Egg (o the Dome) costruito nel 1965 e rimasto incompleto. The Egg è diventato, durante le proteste del 2019, luogo di ritrovo, di protesta e di cultura. All'interno, per diverse settimane, hanno tenuto lezione i docenti della AUB, l'American University of Beirut, incluso il politico Charbel Nahhas, in quella che è stata chiamata "eggupation" -  by Laura Silvia Battaglia, Beirut, Libano, ottobre 2019