Glocal. Ci alziamo al mattino e pensiamo al mondo, poi pensiamo al nostro. E la differenza, ora, spesso non esiste. Autunno di svolta, in molti sensi. Ma c'è ancora tempo per l'inverno.

Sabato 3. Nel mondo non è facile: siamo tutti uguali davanti al virus, ma non davanti alla pandemia. L’India sta raggiungendo ogni primato, il secondo Paese più popoloso al mondo, uno dei primi per povertà. In Occidente il “leader del mondo libero” è in ospedale: si sperimentano farmaci, si modificano strategie, si attendono notizie. Quella americana è una lezione, anche se è complesso considerarla con leggerezza: ma la letteratura, come sempre, aiuta. Mentre si corre ad Assisi. L’«uomo vestito di bianco» oggi torna a dire che lo siamo: fratelli e sorelle, in tutti i mondi possibili. Anche in quelli solo sognati.

Domenica 4. La “sorpresa di ottobre” mostra prognosi incerte: il presidente rassicura, i medici sono realisti, i prossimi giorni rimangono un’incognita. Mentre gli Usa attendono, fra meno di un mese si deciderà, in Italia di nuovo elezioni: politica glocal nelle città, ogni ballottaggio è un nuovo inizio. È glocal anche la responsabilità: ciò che accade a tutti dipende dai singoli, dalle case, dalle aule, dagli uffici, il bivio è ora. E mentre nei Balcani il nation-building ravviva le tensioni tra Macedonia e Bulgaria, nell’Europa italiana è festa: per un po’ una domenica in perfetta letizia.

Lunedì 5. Non c’è tempo da perdere: fra tante app negli smartphone di ognuno, ne esiste una che può salvare tutti, in prevenzione. Come sempre in questo periodo il grande dipende dal piccolo. Parigi inizia a chiudere: nei dipartimenti locali si parte da bar, ristoranti e dalle università. Lettere scarlatte sulla cartina della Francia, lockdown in nove quartieri di New York. Salute pubblica e campagna elettorale continuano a fondersi in Maryland: i sondaggi preoccupano, il virus, ancora, meno. Da un presidente all’altro cambiano le epoche: in pandemia chi rinuncia a un po’ di libertà raggiungerà la libertà della sicurezza.

Martedì 6. Sicurezza e immigrazione: cambiano le regole, nasce il sistema di accoglienza e integrazione: la protezione diventa “speciale”, l’assistenza umanitaria. Il presidente malato lascia Walter Reed: gesti in mondovisione, Casa Bianca in quarantena, opinione pubblica contraria. L’America del Nord sta scrivendo la sua storia. Nel resto del mondo numeri in rialzo e stime in crescita. Who avverte: fino al vaccino, dal piccolo al grande, vite sospese e attente, ancora per un po’. Nel resto d’Italia si prevedono chiusure: sicurezza ora vuol dire economia e forse, a volte, una nuova prospettiva.

Mercoledì 7. È guerra tra Armenia e Azerbaigian: Stepanakert, capitale dell’autoproclamata repubblica del Nagorno Karabakh, bombardata per tutta la notte. Le Borse asiatiche chiudono in parità, più incerte quelle occidentali: tutto è influenzato glocalmente, fra politica statunitense e contagi europei. Intanto, ci sono persone che non sanno nulla o che soffrono per grave infermità: oggi serve un abbraccio per chi si sta svegliando. E mentre le mascherine coprono il viso, ma non lo sguardo, per vedere il grande nel piccolo si affinano gli strumenti del Web. Gli innovatori di Palo Alto lo sapevano, immaginando il futuro: quel giorno è adesso.

Giovedì 8. Da Salt Lake City è (quasi) tutto: il dibattito vicepresidenziale ha offerto visioni e qualche contenuto, si inizia a parlare dei temi del futuro. Il Social network si adegua al periodo: dal 3 novembre, per un po’, bando a pubblicità politiche e prima del voto maggiore trasparenza. Ottobre sembra Aprile, a vari gradi: in Europa si superano le soglie dei contagi già vissute, in Italia si studiano nuovi protocolli. L’«economia delle persone», nel mondo, soffre: dal grande al piccolo la pandemia colpisce in sproporzione e localmente non siamo tutti uguali. Tutto il resto è poesia.

Venerdì 9. Dal piccolo al grande la vita adesso è un effetto farfalla: una piccola azione può influenzare e propagarsi. L’interconnessione orienta le scelte e la forma del futuro: ogni giorno è il dopo, dal piccolo il grande. Go glocal, stay human.