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di Laura Zanfrini *

La necessità di fare i conti col cambiamento climatico e con gli inevitabili mutamenti che esso impone all’organizzazione dei processi produttivi e alla vita quotidiana delle comunità e delle persone è ormai divenuta un mantra. Spesso però si sottovaluta come tale sfida sia anche un’occasione per intercettare nuove opportunità di sviluppo economico e sociale, innovazione, crescita civile e culturale. 
 

È questa la convinzione che ha portato la Commissione Europea a istituire i due Mission Board cui è dedicato l’evento di mercoledì 5 febbraio: promosso dall’Università Cattolica insieme al Ministero dell’Università e della Ricerca, all’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea e a Fondazione Cariplo, è il primo incontro pubblico dedicato a far dialogare il “sistema Italia” con i rappresentanti negli organi di programmazione delle Mission, coloro cioè che nelle prossime settimane parteciperanno alla scrittura dell’Agenda europea 2021-2027 per la ricerca e l’innovazione.

La crisi climatica intercetta tutte le grandi sfide che si stagliano all’orizzonte delle nostre società: dall’invecchiamento demografico alle migrazioni, dalle trasformazioni del mercato del lavoro all’automazione, dalla crescita delle disuguaglianze al governo dell’intelligenza artificiale, solo per citarne alcune. 

La ricerca Mission-oriented è lo strumento attraverso il quale la Commissione intende mettere a valore conoscenze, sensibilità e punti di vista della pluriforme società europea per affrontarle e accrescere il benessere collettivo. Si tratta di un’opportunità da non perdere se si vuole partecipare alla definizione delle priorità dell’agenda europea e al raggiungimento dei suoi obiettivi. 

L’appuntamento del 5 febbraio è un’occasione preziosa per familiarizzare con questo approccio ambizioso e innovativo e per fare emergere – attraverso il libero confronto all’interno di cinque tavoli di lavoro – bisogni, aspettative e valori degli attori italiani: il mondo della ricerca, le imprese, le organizzazioni della società civile, le amministrazioni locali, i singoli cittadini. Le centinaia di iscrizioni pervenute in pochissimi giorni sono la dimostrazione di un interesse vivo e diffuso; il segnale che il processo si è messo in moto. Un processo nel quale la nostra Università è chiamata a giocare un ruolo strategico.

* docente di Sociologia delle migrazioni e di Sociologia delle organizzazioni all’Università Cattolica del Sacro Cuore, coordinatore Area “Societal Transformations–Smart, Secure and Inclusive Communities” del gruppo di consulenza per il PNR e Rappresentante italiano nel Mission Board Sub-group “Adaptation to climate change and societal transformation”