È una storia intrigante quella di Alessandro Nardone, esperto di marketing digitale, docente, autore di libri e fautore di un’impresa senza precedenti. Con l’intento di lanciare sul mercato anglofono il suo romanzo “Il Predestinato”, Alessandro Nardone decide di candidare il suo protagonista, Alex Anderson, alle primarie repubblicane, creando un’incredibile case history che ha interessato i media di mezzo mondo.

Una vicenda che ha raccontato agli studenti del master in Media Relation e Comunicazione d’impresa, parlando del suo alter ego, il congressman della California Alex Anderson. Un politico che, dalle pagine di un romanzo, ha preso vita attraverso il proprio creatore ed è diventato un candidato alle primarie repubblicane. 

Nardone ha descritto tutte le fasi di questa finta candidatura: dal contesto iniziale in cui, senza budget, ha escogitato un sistema per dare visibilità al suo libro, fino al momento in cui è dovuto uscire allo scoperto in seguito all’invito a partecipare a un dibattito con i veri candidati alle elezioni. 

Una case history a dir poco incredibile quella di Alex Anderson, così come incredibile è il meticoloso piano di comunicazione sviluppato dal suo autore. Durante l’incontro con gli studenti ha evidenziato i punti di forza della sua impresa elettorale, partendo da un sito web dedicato, dove veniva presentato come fosse un brand il personaggio inventato da lui stesso, con una biografia ben determinata e tantissime foto. Da lì, la scelta di utilizzare, tra tutti i social, twitter. Una scelta dettata sia dall’esigenza di arrivare nel minor tempo possibile a instaurare un rapporto diretto con il maggior numero di elettori americani, sia dalla capacità propria di twitter di trasformare un contenuto in notizia. 

Dopo gli strumenti, ci sono i contenuti, un programma concreto e valori specifici: la creazione dell’immagine di Alex Anderson. Un’immagine giovane, profondamente diversa da quella dei suoi competitor; un’immagine che fa parlare di sé, legata alla figura di Edward Snowden - ex tecnico della Cia, noto per avere rivelato pubblicamente dettagli di programmi top secret di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico - e ai suoi  sostenitori; un’immagine amata, sempre circondata da un largo pubblico; un’immagine social, costantemente presente e attiva; un’immagine vincente.

Poi, l’esplosione dal punto di vista mediatico nel giorno in cui, attraverso la BBC, Alex Anderson esce allo scoperto. A quel punto, ingaggiato da Vanity Fair, Alessandro Nardone, che non si era mai spostato da Como per tutto il corso della campagna, si reca finalmente sul campo per seguire da vicino tutte le fasi della campagna elettorale. Una storia, quella di Alex Anderson, da cui trarre innumerevoli insegnamenti e altrettanti spunti di riflessione. 

Agli studenti Alessandro Nardone spiega che, qualsiasi sia l’obiettivo che ci si prefigge, è fondamentale la costanza, senza la quale ogni sforzo rischia di essere vanificato da qualcun’altro che ne avrà di più. Una lezione che è anche un invito a essere pragmatici senza però precludersi obiettivi e sogni, facendo di tutto per rendere possibile ciò che sembra impossibile: «Se ve lo dice uno che è riuscito a candidarsi alle elezioni americane, allora credeteci» ha concluso.