di Cristina Lapenta *

Come si fa a rispondere a chi mi domanda come sia stata la mia esperienza in Tanzania? È difficile raccontare le emozioni provate in un mese in quella parte di Africa distillata lungo i suoi 2000 metri di altitudine. Provo a pensare alle cose più belle, poi a quelle che più mi hanno stretto il cuore, a ciò che è apparso così strano se confrontato con i nostri usi e costumi.

Mi sforzo, seleziono qualche ricordo ma basta poco ed ecco, all'improvviso, vengo travolta da un vortice di colori, rumori, sguardi, odori, gesti, sorrisi, nomi.

Penso ad Ives, ricoverata nel reparto di Pediatria dell’Ospedale di Ikonda in Tanzania, a causa di un'ustione, che io e il mio compagno di viaggio Antonio abbiamo conosciuto appena arrivati, mentre dormiva sotto l'effetto dell'anestesia. Penso al suo sorriso incredulo quando ha trovato un tesoro ben più prezioso delle caramelle post-Messa, e cioè i biscotti al cioccolato. Penso alle volte successive in cui ci siamo incontrati in reparto e sorridevamo, ormai custodi di un segreto inconfessabile.

Penso ad Elisa, affetta da malattia reumatica, alla quale mi stavo tanto affezionando. Penso al suo futuro, ai suoi farmaci, ai suoi soffietti al cuore, ai suoi vestiti da Miss Tanzania, come diceva ironicamente il dottor Mlelwa, il pediatra di reparto che ho seguito per circa due settimane.

Penso a Jane, che pian piano si è rimessa, e poi a Maria, due ragazze del reparto di medicina interna donne, che abbiamo seguito insieme al dottor Marco, cardiologo e persona fantastica.

Tanti e tanti nomi, volti, che mi hanno davvero insegnato cosa significhi prendersi cura. Avere una responsabilità. Avere una vita tra le mani.

Non nego che i momenti di sconforto ci sono stati, come anche la paura, il pensiero di non farcela, la consapevolezza di avere a che fare con qualcosa di troppo grande. Eppure hanno vinto il coraggio di vita e la leggerezza di cuore che lí si respiravano.

* 25 anni, di Abriola (Pz), sesto anno della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia, facoltà di Medicina e chirurgia, campus di Roma