Un gemellaggio nato nel nome della sostenibilità. La Commissione europea, attraverso il programma Taiex, ha indicato l’Università Cattolica del Sacro Cuore mentore scientifico dell’agenzia alimentare del Montenegro nel campo dei pesticidi.

Il Montenegro, Stato di piccole dimensioni, ha sempre rappresentato una delle aree ecologiche europee più rilevanti. L’agricoltura (circa 190.000 ettari) ha crescenti domande di produzioni di qualità soprattutto nel settore del vino e della frutta. Nonostante questi piccoli numeri in superficie agricola il Montenegro ha scelto la strada dell’armonizzazione legislativa con il resto dell’Europa e ha adottato la strategia comunitaria per la produzione agraria sostenibile.

Tra i vari argomenti legali oggetto d’implementazione governativa c’è il piano nazionale di uso sostenibile dei pesticidi in corso d’implementazione anche in Italia. Ma perché un gemellaggio?

«La difficoltà operativa principale che incontra tutta l’Europa è l’educazione degli agricoltori all’applicazione di tecnologie sostenibili. Per riuscire a superare questo collo di bottiglia è necessario sviluppare percorsi formativi ed educativi nuovi, moderni e pratici» sostiene Ettore Capri, responsabile scientifico del progetto. «Scambi, sinergie, condivisioni di esperienze e materiali possono aiutarci a rendere credibili ed efficaci i percorsi di formazione professionale ma sono necessari moderni docenti e discenti. La produzione sostenibile è prima di tutto una rivoluzione pedagogica che si basa su nuovi programmi di trasferimento di conoscenza».

Il progetto prevede una prima fase, dove diversi esperti di società di servizi (Horta, OpenTea, Expedia), l’Ordine degli Agronomi di Milano, l’Università Cattolica con il suo centro di saggio per la valutazione del rischio dei pesticidi e il centro di ricerca Opera hanno descritto le attività in corso in Italia. Hanno fatto seguito due visite aziendali dove è eccellente il livello di formazione all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

I risultati dell’incontro sono marcati dalle parole di chi ha coordinato l’incontro, Maura Calliera di Opera: «Nonostante esistano differenze strutturali ed economiche dell’Italia e del Montenegro i bisogni amministrativi per la realizzazione della formazione professionale agricola sostenibile è comune ai due Paesi. I dirigenti montenegrini nelle due visite aziendali hanno apprezzato la sostenibilità agricola piacentina che è legata alla cultura agronomica di cooperazione e a quella delle persone che interpretano in modo efficace il groviglio della burocrazia normativa. E’ questa la cultura che deve essere modello di riferimento per tutti, da sostenere e da rinnovare per fronte ad un mercato sempre più complesso».

Il prossimo appuntamento in Montenegro con un vero e proprio workshop con operatori agricoli e dirigenti, dovesi delineeranno i programmi di formazione locali ed i loro contenuti e che vedranno ancora i piacentini presenti con i loro modelli di studio.