«Una parola buona è un pensiero semplice che, ritmato settimana dopo settimana, si aggiunge come un anticorpo alla massa pervasiva di informazioni sulla pandemia. È una pillola di resilienza, pensata e tradotta in modo che possa raggiungere molti, con podcast audio, con video nel linguaggio dei segni, con la scrittura semplice (ETR) per chi ad esempio presenta dislessia, con la comunicazione aumentatativa alternativa (CAA) per chi necessita di una lettura per simboli, come nelle sindromi autistiche». Lo definisce così Sergio Astori, docente alla facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica, il progetto editoriale #ParoleBuone. Pillole di resilienza per superare la crisi che, insieme con un gruppo di esperti - da medici a educatori, da giornalisti a volontari - ha ideato e realizzato e che è in rete dallo scorso 20 marzo fino al superamento della crisi sanitaria.

#ParoleBuone è un percorso di parole, immagini e video che si può seguire sul sito www.parolebuone.org e sulla pagina Facebook “Parole buone”, tutti i contributi sono inoltre rintracciabili attraverso l’hashtag.

Sergio Astori – psichiatra, psicoterapeuta e autore di diversi volumi, tra cui un saggio divulgativo sulla resilienza – spiega come è nata l’idea del progetto: «Da quando è iniziata l’emergenza, molti miei lettori mi hanno cercato chiedendomi se potessi dire “una parola buona”. Quest’ultima è un’espressione che mi ha colpito, e a partire proprio da questa espressione ho provato a immaginare un percorso condiviso».

In pratica in questa situazione di crisi e di grave emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Coronavirus il progetto vuole veicolare «una parola pensata e condivisa in mezzo a tante parole sprecate, che ammalano di infodemia un tempo già carico di inquietudine, rancore e sconforto, che offra senso e appartenenza a chi subisce isolamenti e quarantene, con la forza vivificante di una parola che interroga la mente e scalda il cuore», osserva il professor Astori.

La pandemia lascerà significativi strascichi emotivi e sociali. I drastici cambiamenti nello stile di vita dei singoli individui, la paura di perdere un famigliare, un amico o la stessa vita, l’esperienza drammatica di piangere un congiunto, senza averlo potuto salutare per l’ultima volta, richiederanno una metabolizzazione complessa. È importante pertanto un supporto per favorire la ripresa del singolo e di una comunità in fase di crisi. «Occorre iniziare sin da ora a preparare la ripresa – afferma Astori –, accogliendo la dimensione trasformativa che i tempi impongono». Il progetto #ParoleBuone risponde quindi all’urgenza del momento ma guarda già al futuro, alla ricostruzione che aspetta ogni individuo per ritornare alla normalità.

I brevi contenuti del progetto editoriale, che saranno il più possibile diffusi tramite vari partner comunicativi (canali televisivi, testate giornalistiche, radio, social media, web, blog, newsletter), si focalizzeranno su elementi positivi, di speranza realistica e nascono come testi accessibili a tutti, non solo per gli specialisti, quindi di facile decodifica e intellegibilità.

#ParoleBuone è un progetto che prepara a pratiche di resilienza, finalizzato a sostenere e preparare la ripresa. Un progetto che parla già di futuro come i temi, i servizi, le storie al centro del prossimo numero di Presenza, che racconteranno quanto realizzato dall’Ateneo nei drammatici giorni dell’emergenza sanitaria, ma che descriveranno anche tutte le iniziative che l’Università Cattolica, grazie ai fondi raccolti per esempio con le donazioni del 5xmille, potrà realizzare per contribuire, nel migliore dei modi, a costruire il domani dei propri studenti.