Creare un sistema unico per misurare la sostenibilità. È quanto prevede il decreto da poco firmato dai ministri dell’Ambiente Gian Luca Galletti e delle Politiche agricole Maurizio Martina, che hanno scelto la facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali dell’Università Cattolica come unico partner scientifico per il tavolo congiunto che unisce i due ministeri nella valorizzazione della sostenibilità nelle produzioni agroalimentari.

Ettore Capri

La facoltà e il centro di ricerche Opera dell’Università Cattolica, infatti, entrano a far parte del Glis (Gruppo di lavoro interministeriale per la sostenibilità), chiamato a integrare i due sistemi di valutazione della sostenibilità del vino già strutturati e presenti sul mercato (Viva e Sqnpi), sviluppati dal ministero dell’Ambiente e dal ministero dell’Agricoltura. 

«Integrazione vuol dire unire gli sforzi e valorizzare gli investimenti fatti dal governo italiano» sottolinea il direttore del Centro di ricerca Opera Ettore Capri. «L’obiettivo è quello di ottenere uno standard di gestione sostenibile del settore vitivinicolo, da applicare a breve alle altre filiere».

Si avrà così un sistema univoco per valutare la sostenibilità delle produzioni italiane e, soprattutto, si otterrà «un importante biglietto da visita per i mercati internazionali delle produzioni made in Italy» prosegue il professor Capri. «Sarà anche la migliore garanzia per i consumatori che desiderano la tracciabilità dei prodotti, la qualità degli alimenti e dei territori, nel rispetto del lavoro di tutti».

Lucrezia LamastraIl ministero delle Politiche agricole si è da sempre occupato della sostenibilità a partire dagli aspetti più agricoli: pratiche agronomiche e gestione dei trattamenti in campo con agro farmaci, in modo da assicurare un prodotto dalla qualità elevata, sicuro e rispettoso dell’ambiente. «Per questo ha creato il marchio Sqnpi, il Sistema di Qualità Nazionale sulla produzione Integrata, identificato da un’ape sull’etichetta del prodotto» spiega la ricercatrice Lucrezia Lamastra, che insieme al professor Ettore Capri è coinvolta attivamente in questo progetto. «Il Ministero dell’Ambiente, dal canto suo, si occupa da anni di promuovere programmi finalizzati alla diffusione di modelli sostenibili di produzione e consumo fra i quali Viva - La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia rappresenta sicuramente l’esempio più concreto, con una valutazione della sostenibilità a 360 gradi». 

«Viva nasce nel 2011 come progetto nazionale pilota con lo scopo di misurare e migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vite-vino» ricorda il professor Capri, che ha seguito scientificamente l’implementazione di questo sistema. «Grazie all’individuazione di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio e Vigneto), accompagnati dai relativi disciplinari, le aziende che aderiscono al programma possono misurare l’impatto della loro produzione e della loro organizzazione in termini di sostenibilità e intraprendere in tal modo un percorso di miglioramento».