Il coronavirus ha messo in crisi il turismo italiano e molti stranieri rinunceranno a trascorrere le vacanze in Italia quest’anno. Una strategia da mettere in campo nel medio e lungo periodo potrebbe essere quella di “cullare” di più i visitatori tedeschi, al primo posto con quasi 59 milioni di presenze, puntando a una miglior comunicazione in prospettiva linguistico-culturale. 

Il lavoro di un gruppo di docenti germaniste, dopo un interscambio scientifico di qualche anno, ha portato alla stesura di un accordo quadro siglato fra l’Università Cattolica (sede di Brescia) e gli Atenei di Torino, Bologna, Trieste, Bergamo, Piemonte Orientale e Macerata, denominato Musei e scenari linguistico-culturali dell’interazione orale (Muesli).

«Si è partiti con l’analisi pragmatica dell’interazione e della comunicazione in ambito turistico - spiega Alessandra Lombardi, docente di lingua tedesca alla facoltà di Scienze linguistiche della sede di Brescia dell’Università Cattolica -  e i risultati emersi da questa prima ricognizione sull’oralità nel turismo ci dicono che c’è carenza, in molte realtà italiane, di strumenti e servizi comunicativi quantitativamente e qualitativamente adeguati a supportare le esigenze dell’interazione con un pubblico tedescofono in ambito museale. Questi dati ci hanno incoraggiato a elaborare un progetto quadro di ricerca, più ampio e articolato e incentrato, in modo specifico, sulle pratiche comunicative all’interno dei musei».

Il progetto si propone di indagare la comunicazione museale nelle sue diverse manifestazioni (interazioni face to face e/o mediate da dispositivi digitali) in una prospettiva linguistico-culturale. L’interesse della ricerca verte sulle dinamiche complesse, le strutture interazionali, le strategie e le procedure verbali e non verbali che caratterizzano le principali attività di mediazione in ambito museale. Queste verranno analizzate, a partire dalla lingua tedesca, in un’ottica mono o plurilingue e con particolare attenzione ai fattori (linguistici e culturali) che ne determinano l’efficacia pragmatica, in considerazione dei destinatari di volta in volta prefigurati.

«Per promuovere un confronto interdisciplinare sul tema della qualità della comunicazione plurilingue nei musei e progettare modalità di collaborazione (per esempio sotto forma di partenariati didattici) fra  Università e organizzazioni museali, servirà costruire un dialogo continuativo e strutturato con gli operatori del settore, sia a livello nazionale, interloquendo in primis con gli enti museali presenti sul territorio degli Atenei coinvolti, sia internazionale, con particolare riguardo alle istituzioni museali dell’area tedescofona».

Certo è che le ricerche non rimarranno sulla carta ma dovranno sfociare in proposte applicative, quali per esempio l’individuazione di buone pratiche comunicative da applicare in ambito professionale (come la formazione linguistica di guide museali o di operatori dei servizi didattici museali); pensare a risorse plurilingui a supporto della comunicazione e della didattica museale; ideare percorsi accademici finalizzati a formare le competenze linguistiche, culturali più idonee a rispondere ai bisogni specifici delle diverse categorie di fruitori museali.

Tutte queste proposte sono il frutto di anni di collaborazione didattica e scientifica fra la facoltà di Scienze linguistiche e la Fondazione Bresciamusei, che in modo particolare è stata esplicitata nell’ambito della “didattica a progetto”, un percorso che gli studenti svolgono al secondo anno della laurea magistrale e che si è concretizzata con la traduzione di materiali e pannelli informativi e la realizzazione di visite guidate in lingua tedesca alle Domus, al Foro e alla Pinacoteca. 

Vista la forte presenza di tedeschi sul lago di Garda, la facoltà ha siglato una convenzione con la Fondazione Il Vittoriale di Gardone Riviera (foto in alto), che si è concretizzata con la traduzione in tedesco e inglese del sito web istituzionale; gli studenti hanno anche elaborato un questionario di gradimento online per visitatori tedescofoni e tradotto in tedesco, inglese e francese una raccolta di lettere del giovane D’Annunzio. 

Non poteva mancare uno sguardo su ciò che avviene nei principali musei europei. Ed ecco quindi la proposta di stage estivi al Kunsthistorisches Museum di Vienna e allo Schloss Ambras di Innsbruck per perfezionare le competenze linguistiche e interculturali e approfondire le conoscenze artistico-storico-culturali, ma anche sviluppare specifiche abilità comunicative e tecnico-organizzative in ambito museale.