Tra le varie forme di turismo sta riscuotendo interesse il cosiddetto “turismo di ritorno o turismo delle radici”, vale a dire il turismo legato al fenomeno migratorio che vede gli emigranti e i loro discendenti tornare nelle terre d’origine per visitare le famiglie e i luoghi della propria infanzia, e riscoprire le bellezze paesaggistiche, architettoniche e artistiche di quei territori.

Tale fenomeno, con risvolti non solo economici ma anche antropologici, ha suscitato l’interesse degli studiosi che lo stanno monitorando per coglierne le motivazioni e prevederne le evoluzioni.

A tal proposito l’Osservatorio permanente sulle Radici Italiane (ORI) dell’Associazione AsSud, in collaborazione con istituzioni, università, case editrici, scuole e attori territoriali delle comunità locali, ha elaborato un progetto di ricerca intitolato “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia” al quale, oltre all’Università Cattolica, aderiscono l’Università degli Studi di Verona e la Fondazione Migrantes. Per l’Università Cattolica è presente Giuseppe Sommario, assegnista di ricerca, che si occupa di fenomeni migratori e culturali italiani, di storia linguistica del cinema e del teatro.

Il progetto si propone di giungere a una pubblicazione che raccoglierà gli esiti empirici e teorici di un questionario in sei lingue - italiano, inglese, spagnolo, portoghese, francese, tedesco - somministrato a un campione esteso e stratificato di italiani all’estero e oriundi residenti nelle aree maggiormente interessate dall’emigrazione e dalla presenza italiana.

Come ha illustrato Giuseppe Sommario, la ricerca intende favorire una riflessione organica e multidisciplinare su tale fenomeno, far conoscere meglio i protagonisti - effettivi e potenziali - dei viaggi di ritorno e delle radici, porre il ritorno in relazione con la cultura italiana e degli altri Paesi, verificare quanto i valori italiani siano diffusi e radicati nel mondo, definire l’appartenenza, l’identità, le radici.

In questo modo sarà possibile cogliere la “sete d’Italia” che c’è nel mondo, il desiderio di sentirsi parte di un’unica storia, individuare mete dei luoghi d’origine e il tipo di esperienza turistica che si vuole fare, quale è stata già fatta e che tipo di costi si desidera sostenere.

La ricerca sarà inoltre accompagnata da approfondimenti qualitativi, interviste ad hoc e focus group. Fra l’altro, alla luce di quanto sta accadendo, un’indagine come questa che fotograferà il viaggiatore post-Covid, potrà orientare azioni e politiche future circa i viaggi e fornire strumenti conoscitivi per la programmazione di interventi di sviluppo socioculturale.

La lettura trasversale del fenomeno ha come obiettivo quello di fornire un quadro teorico unitario di riferimento che permetta una corretta interpretazione del fenomeno, che si presenta complesso e variegato. «Del resto questo è solo il primo passo, al quale ne seguiranno altri (monitoraggio, analisi di alcune iniziative) tesi a descrivere in modo sempre più esaustivo il turismo delle radici in Italia e le sue enormi possibilità», ha spiegato Sommario.

Il progetto gode del sostegno della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.