Che ne sarà dell’economia, dell’industria culturale e mass mediale, dei legami fra le persone, dopo questa emergenza che ha già cambiato il mondo? Otto docenti dell’Università Cattolica, attingendo alla propria disciplina, hanno immaginato di collocarsi nel post-pandemia per raccontarci il giorno dopo da diversi punti di vista. Ne è nata la video rubrica “The Day after Covid”, che ha accompagnato quotidianamente le giornate del FestivalUnicatt - Open week.

Fausto Colombo, direttore dipartimento Scienze della comunicazione e dello spettacolo, nel video La rete come non l’abbiamo mai usata spiega che è in atto una vera rivoluzione soprattutto per quanto concerne l’uso dei media. L’università ha rivoluzionato la didattica e molti docenti hanno trasformato l’abilità teorica in abilità pratica. Lo stesso sta succedendo anche in altri media. Stiamo assistendo alla trasformazione dell’uso dei social; si cercano in rete l’informazione utile, qualche volta la cultura. Il web si sta nobilitando per quanto concerne la parte più elevata e culturale. Anche lo smart working richiederà nuove forme di utilizzo di smartphone e tablet, così come la pubblicità per ripartire dovrà essere spalmata su tutti i media.

Bisognerà co-progettare il futuro secondo Ivana Pais, docente di Sociologia economica, protagonista della clip Il futurelab collettivo. Uno scenario utopico sarà provare a immaginarsi nuove comunità economiche, aperte, ibride che possono sostenere i nuovi servizi. Un altro aspetto sarà l’innovazione nei servizi messi in campo dalle imprese e il ripensamento della comunità di vicinato rispetto ai legami sociali. Anche da qui potrebbero nascere delle nuove forme di comunità economica. Qualcosa si è già mosso, ma oggi possiamo mettere in atto nuove energie. Servirà l’energia e la creatività dei giovani più capaci di costruire il futuro.

Per il filosofo della scienza Ciro De Florio, speaker de L’ultimo livello della rivoluzione scientifica questa crisi ci ha insegnato tre parole. Scienza e tecnologia sono la prima: il parere dell’esperto non ha più un ruolo ancillare ma diventa essenziale. Il sapere scientifico e la sua applicazione tecnologica diventerà una componente essenziale della percezione della realtà. Il secondo termine è “modelli”, quelli elaborati dalla scienza, ovvero un’approssimazione della realtà. Più il fenomeno è complesso più è difficile stilare modelli. Terza parola è l’incertezza epistemica conoscitiva: non sapere cosa avverrà dopo, crea ansia, sofferenza, così come le scelte di carattere pubblico vengono compiute in una condizione di incertezza. Dopo questa crisi, chiederemo a tutti quelli che decidono in base a quale modello predittivo lo stanno facendo. Siamo fragili come canne, ma la nostra conoscenza e razionalità, se usate i modo opportuno, ci aiuteranno a superare la fragilità.

Dal letame nascono i fiori, dalle crisi possono nascere novità e cambiamenti. Patrizia Catellani, docente di Psicologia sociale, cita Fabrizio De Andrè nel video L’opportunità della competenza. Dopo questa pandemia avremo l’occasione per riscoprire il valore della scienza, della competenza e della buona informazione. Impareremo a usare meglio le piattaforme digitali e capiremo quanto la rete ci fa risparmiare tempo. Anche i rapporti fra di noi, con la collettività e la sfera pubblica verranno valorizzati così come quello con la natura. Impareremo una nuova relazione fra locale e globale.

Per Alice Cati, docente di Linguaggi e semiotica dei prodotti mediali, ne L'archivio immenso del futuro, i media hanno un ruolo nella compressione del tempo, nell’archiviazione dell’esperienza. I social ci hanno permesso di mantenerci in contatto con i nostri cari ma c’è il rischio di crisi delle autentiche forme di socialità, della perdita di contatti umani veri. In futuro l’archivio delle registrazioni delle tracce mediali realizzate in questo periodo sarà immenso, ma serviranno nuovi sguardi per interrogare questi materiali.

Covid-19 agirà come acceleratore di alcuni grandi fenomeni. Ne è convinto Alessandro Sbuelz, docente di finanza quantitativa, autore di L'acceleratore dell'economia digitale. La società e l’economia globale in occidente e in oriente erano già nel bel mezzo della rivoluzione digitale. La lotta alla pandemia arricchirà l’interazione sinergica fra intelligenza artificiale e tecnologia farmaceutica e biomedica. In campo economico e finanziario contribuirà a elettrizzare le aspettative degli investitori. La pandemia accelererà la rivoluzione digitale e darà una scossa all’economia. Contro la crisi globale economica e finanziaria il ritorno alla fiducia sarà un farmaco potente. 

L’impatto sull’industria dell’intrattenimento, dei media e della tv è stato potente, spiega Massimo Scaglioni, docente di Storia, economia e marketing dei media, nel video Il nuovo sistema delle industrie culturali. Il coronavirus ha inciso su tutti gli aspetti della filiera dell’industria dei media. La tv ha giocato un ruolo primario nell’informare sulla pericolosità del virus. Ma ha saputo anche intrattenere: i consumi, infatti, sono cresciuti del 20% così come sono aumentati i contributi audiovisivi online fino al 40%. La tv ha trasmesso alcune delle immagini che sono già storia come per esempio la preghiera di papa Francesco in piazza San Pietro, vuota ma piena di 17 milioni di spettatori. Il day after rimarrà nella storia. Sicuramente il sistema dei media sarà diverso poiché le produzioni sono state bloccate e le sale cinematografiche sono chiuse. La crisi economica che accompagna questo evento del coronavirus sarà certamente una crisi globale. Sarà necessario mettere in campo politiche serie di rilancio della nostra industriale cultura e mediale.

Cosa succederà dopo lo dice sommessamente Paolo Gomarasca, docente di filosofia morale nel video La speranza da dire a bassa voce. Parla di diritti umani rileggendo l’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani. La battaglia degli ultimi della terra sarà anche la nostra. Il virus ha fatto emergere la diseguaglianza sociale. L’ottimismo coatto dei flash mob è davvero straniante mentre vediamo sfilare le bare portate dall’esercito o la gente che piange perché non sa più cosa dare ai propri figli. Il privilegio di classe vacilla un po’. L’angoscia ci accompagnerà per un po’; dovremo rimparare a tenerne conto del senso del limite, quello che i greci chiamavano pudore. Secondo Platone il pudore è la più bella paura perché ci insegna la via della giustizia tutte le volte che sappiamo farci carco reciprocamente. Questa è l’eredità più preziosa che dovremo provare a rilanciare.