«L’annuncio dell’iniziativa ha trovato subito grandi consensi». Padre Agostino Gemelli, commentava così, nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico 1946-1947, l’avvio dei corsi serali della facoltà di Economia e commercio. Una proposta che, nelle parole del rettore, aveva lo scopo «di dar modo a colui che si presenta agli esami di frequentare realmente le lezioni; ma ha anche uno scopo sociale: riconoscere la funzione della cultura».

L’obiettivo è stato raggiunto, almeno a giudicare dalle migliaia di giovani che, sfruttando quell’occasione, hanno potuto fare strada nel mondo del lavoro e dell’impresa. Dal serale sono passati professori come Piero Giarda, che è stato anche sottosegretario al Tesoro, e Francesco Cesarini, entrambi ai vertici del mondo bancario italiano. Ma anche gli economisti dell’ateneo Luigi Pasinetti e Alberto Cova. Senza dimenticare chi, negli anni ’90, arrivò a posizioni di rilievo, come Desiderio Betti, presidente Kodak, Salvatore Militello, direttore generale Ras, o Pier Giulio Cottini, direttore generale dell’Associazione Casse di Risparmio (Acri).

Settant’anni dopo quell’intuizione, che prosegue ancora nella laurea triennale in Economia e gestione aziendale, la facoltà di Economia rilancia con una proposta 2.0, ideale per studenti-lavoratori. A partire dal prossimo anno accademico, la nuova laurea magistrale in Direzione e consulenza aziendale, basata sull’attuale esperienza del corso tardo pomeridiano in “Mercati e strategie d’impresa”, condividerà con gli altri percorsi magistrali economico aziendali una parte del percorso formativo di base proponendo però un’originale formula mista (“blended”).

Grazie alla stretta collaborazione con il Centro per l’innovazione e lo sviluppo delle attività didattiche e tecnologiche d’Ateneo (Ilab) e con il Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia (Cremit), il 50% della didattica avverrà in presenza, durante i fine settimana (non più in orario serale), e l’altro 50% sarà gestito online attraverso le più attuali tecnologie di e-learning.

La formazione in aula rimane, dunque, e non si qualificherà solo come un momento di lezione frontale: sarà anche l’occasione di confronto tra i corsisti e di revisione del lavoro svolto online.

La parte online del corso, oltre a prevedere momenti in auto-apprendimento attraverso lo studio e la consultazione di materiale didattico, richiederà il coinvolgimento dello studente in una serie di attività a distanza che si svolgeranno utilizzando la piattaforma Blackboard dell’Ateneo. Tra queste sarà possibile consultare videolezioni o materiali integrativi, creare una banca dati di contenuti, sviluppare lavoro esercitativo e/o case study da svolgere anche in gruppo, eseguire attività di autovalutazione rispetto ai temi trattati e attività di coaching/tutoring, che potranno attuarsi grazie a un confronto continuativo con il tutor del corso.

La costruzione di singoli insegnamenti potrà comprendere percorsi interattivi, podcast video, riprese video delle lezioni, slide sincronizzate con audio, podcast audio, siti-testi di approfondimento, mappe concettuali, infografica.

«Il modello didattico e-blended risponde a una crescente, elevata e qualificata domanda di formazione per studenti-lavoratori e all’esigenza di fornire competenze che favoriscono lo sviluppo professionale e di responsabilità di chi è già inserito nel mondo del lavoro» afferma il preside della facoltà di Economia Domenico Bodega. «E permetterà di superare gli ostacoli di prossimità al luogo di studio che attualmente impediscono a molti lavoratori di intraprendere un percorso di studi di laurea magistrale». Un’attenzione che in Cattolica ha una lunga storia.


Nella foto sopra gli studenti dei primi anni del serale di Economia (Archivio storico dell'Università Cattolica)