“A tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà”. Con queste parole il 18 gennaio 1919 dall’albergo Santa Chiara di Roma, la Commissione provvisoria del Partito Popolare Italiano, con a capo il segretario politico don Luigi Sturzo, dava inizio alla partecipazione attiva dei cattolici in politica.

Un appello che, anche a cento anni di distanza, non ha perso smalto e freschezza. Abbiamo chiesto ad alcuni professori di spiegare l’attualità di alcune delle sue tesi. Ecco i loro approfondimenti.

Autonomie, la rivoluzione civile di Sturzo di Enzo Balboni
Il fondatore del Ppi aveva visto nei Comuni quei corpi organici che, insieme alle famiglie, alle associazioni operaie, artigianali, contadine e ai nascenti partiti politici popolari di massa, potevano avviare la modernizzazione dell’Italia

Una politica per qualcosa, non contro qualcuno di Maria Bocci
Sturzo crede in una democrazia «sostanziale» perché crede nella libertà e nelle forze positive della società e della persona. Sono conquiste che il Novecento ha dovuto riguadagnare a caro prezzo e di cui oggi si fatica a capire la portata 

Leggere Sturzo per rivalutare le élite di Antonio Campati
L’idea che non serva più delegare il potere a una minoranza poiché grazie alla rete tutti possono intervenire direttamente per orientare le scelte politiche fa breccia in ampi strati dell’opinione pubblica. Alle radici del populismo 

Il lavoro e la nuova questione sociale di Aldo Carera
Gli insegnamenti dell’«Appello ai liberi e forti», promulgato in una stagione di grandi conflitti, sono una fonte di ispirazione a fronte delle nuove sfide dell’individualismo digitale, delle insicurezze del lavoro e dell’avanzare della disintermediazione

Giustizia, bonificare i pozzi avvelenati della pubblica opinione di Gabrio Forti
Occorre liberarsi dalla rancorosa coltre “criminale” che viene imposta ai più disparati e complessi problemi sociali, a partire dall’emergenza epocale delle migrazioni, ridotta a un coacervo di colpevoli da braccare e punire

Cattolici e politica, attenti alle divisioni di Agostino Giovagnoli
L’iniziativa di Sturzo fu fermata da una parte del mondo cattolico, manovrata da una forza estranea che utilizzò strumentalmente temi cari ai cristiani, con conseguenze terribili per la chiesa e per il Paese. Un rischio che anche oggi non si può escludere

Dov’è finito il popolo di Damiano Palano
In un tempo in cui diventa lo strumento retorico di ogni leader politico, ma in cui il popolo sembra dissolversi in una vischiosa somma di risentimenti individuali, l’eredità di Sturzo va cercata nella specifica visione della democrazia e della società

Perché Stato e mercato siano inclusivi di Vittorio Emanuele Parsi
È decisivo, oggi come cento anni fa, ribadire che le culture politiche non sono tutte equivalenti e che sviluppo, pace, libertà e democrazia non possono essere garantiti attraverso ideologie che alimentino l’odio, la paura, la chiusura e la discriminazione

Sturzo, cent’anni passati invano di Aldo Travi
La libertà e la fortezza sono oggi quotidianamente sfidate da chi pratica l’impegno politico come strumento di autoaffermazione, indulge alle pretese più epidermiche, nega qualsiasi ideale, sostituisce ai fatti lo stordimento degli slogan