di Graziana Gabbianelli e Agostino Picicco

Gli studenti della Summer School durante un laboratorio insieme al coordinatore L’aspetto pratico delle lezioni, la precisa alternanza tra teoria ed esperienza diretta nell’affrontare e approfondire i temi relativi a linguaggi e metodi nelle industrie creative è stata la peculiarità, e al tempo stesso, il valore aggiunto della terza edizione della Summer School Arti, mestieri e terminologie dell’allestimento scenico, diretta dalla professoressa Maria Teresa Zanola, docente di Lingua e Traduzione Francese alla facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica. Fra moda e costume: linguaggi e metodi nelle industrie creative è stato il tema della Summer School che si è svolta presso la Villa Presidenziale del Gombo nel parco naturale di San Rossore (Pisa) dal 22 al 27 luglio scorso. 

Una location splendida e che si è rivelata perfetta anche per ospitare la mostra I costumi degli artisti. Linguaggi dell’innovazione nell’Archivio Cerratelli (foto sotto), un originale percorso culturale tra arti, spettacolo, linguaggi e terminologie. Tutti i bozzetti e figurini esposti sono stati trasformati in costumi di scena per personaggi di melodrammi e commedie rappresentanti la maestria dei loro grandi ideatori: Giorgio De Chirico; Felice Casorati; Renato Guttuso; Mino Maccari; Nicola Benois; Emanuele Luzzati; Corrado Cagli

«Grazie alla mostra degli abiti di scena della Fondazione Cerratelli abbiamo toccato con mano il passaggio dall’aspetto teorico e terminologico a quello del costume e della moda» ha affermato Silvana Bebawy, una delle partecipanti del corso che, essendo docente di Lingua araba, era molto attenta ad approfondire gli aspetti linguistici dei costumi del mondo arabo. «Le lezioni sono state interessanti e interattive, con laboratori guidati da esperti che ci hanno insegnato le tecniche di confezionamento (e ci hanno anche fatto realizzare un corsetto!)». 

Le lezioni non hanno riguardato solo i costumi di scena per il teatro e l’opera ma anche quelli cinematografici. Un aspetto molto apprezzato da un’altra partecipante della Summer, Anna Tedino, laureata in fashion design all’Accademia Nazionale di Belle Arti e in procinto di proseguire gli studi a Roma nel settore dei costumi cinematografici. «Ho già visitato la mostra degli abiti teatrali a Milano (ad aprile nella sede di via Nirone dell’Università Cattolica), e qui a San Rossore ho trovato spunti interessanti per il campo di mio interesse che è quello dei costumi cinematografici, mettendoli in relazione con artisti del calibro di Guttuso, De Chirico, Luzzati. È stato interessante indagare il connubio tra costume e linguaggio, che, pur privi di un collegamento naturale, presentano elementi comuni che abbiamo scoperto e approfondito».

La mostra degli abiti di scena della Fondazione CerratelliDi grande rilievo anche il contesto internazionale di docenti e partecipanti alla scuola come ha voluto evidenziare Roxanne Doer, italo-americana, professore a contratto di Lingua inglese in varie università: «Ho apprezzato l’esperienza di questa Summer School soprattutto per l’impostazione multidisciplinare e l’internazionalità dei partecipanti. Il corso è stato davvero una occasione di utile confronto grazie agli interessanti interventi di alto livello».

Un unanime giudizio positivo quindi per questa Summer School che coniuga arte e scienza del linguaggio. Un corso di formazione dal profilo internazionale e dall’approccio multidisciplinare con una splendida location come la tenuta di San Rossore in Toscana, che rende ancora più bella questa esperienza di studio e conoscenza. Sicuramente da ripetere.