Un’alta percentuale di “supposte” allergie, spesso provenienti da autodiagnosi. Ma anche la tendenza diffusa a cucinare poco, a mangiare fuori o a farsi portare a casa i pasti. Nonostante tutto non manca l’interesse a sperimentare e introdurre nuovi alimenti, accompagnato dal fenomeno di eliminarne altri: il pesce, per esempio, perché troppo costoso. Sono solo alcuni degli aspetti che descrivono le abitudini alimentari degli universitari italiani, raccontate nell'indagine nazionale “I giovani e le scelte alimentari: come si comportano gli studenti fuori sede?”, promossa dalla Fondazione Istituto Danone con la collaborazione scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Università degli Studi di Pavia.

La ricerca, realizzata in collaborazione con tre sedi dell’Università Cattolica (Milano, Piacenza, Roma) e dell’Ateneo pavese, offre uno spaccato degli stili di vita degli studenti, in particolare di quelli che, frequentando l’università in una città diversa da quella di origine e vivendo lontano da mamma e papà, devono pensare autonomamente alla propria alimentazione quotidiana.

Lo studio sarà illustrato mercoledì 25 maggio alle 10 nell’Aula Magna di largo Gemelli 1, in occasione dell’evento aperto al pubblico e agli studenti sul tema Salute e nutrizione, organizzato dalla Fondazione Istituto Danone Italia, che celebra appunto i suoi primi 25 anni di attività (@Gustodei25anni). «Un’indagine su un settore di popolazione poco studiato – spiega Lorenzo Morelli, presidente della Fondazione e preside della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali che ha curato la ricerca – ma di rilevante interesse per molti motivi: dalla consistenza numerica al profilo sociale e culturale. Ma anche perché mette in evidenza futuri trend, vista l’età degli intervistati. Preoccupante, infatti, il tasso di autodiagnosi delle allergie. Mentre il largo ricorso ai servizi di “home delivery” apre una finestra nuova anche dal punto di vista economico».

L’evento sarà l’occasione per fare il punto su alcuni falsi miti che riguardano l’alimentazione, tra cui la diagnosi di intolleranze alimentari, l’idea di dimagrire con una dieta a basso contenuto di carboidrati, il fenomeno di abolire i prodotti lievitati (pane, pizza, pasta) che provocano gonfiore addominale. «L’elevata attenzione verso il settore degli alimenti e della nutrizione – precisa il professor Morelli – porta al diffondersi di informazioni non basate su ricerche scientifiche. È un male “originale” del settore: basti pensare alla storia degli spinaci ricchi in ferro… Cosa vera ma assolutamente inutile per la nutrizione vista la scarsa biodisponibilità di quel tipo di ferro. La cosa continua anche oggi e abbiamo quindi provato a “condensare” in 25 punti quelli più comuni».

Su quest’aspetto martedì 24 maggio sarà inaugurata una mostra dedicata proprio ai 10 hot topics dell’alimentazione.