di Gian Enrico Manzoni *

Chi scrive aveva accolto con favore le novità circa la seconda prova scritta del nuovo esame, almeno per quanto riguarda i Licei classici. Già da due anni il ministero aveva preannunciato per questo tipo di scuole la novità della versione contestualizzata dal latino o dal greco: un testo preceduto da un Ante-testo e seguito da un Post-testo bilingui, utili per collocare opportunamente il brano da tradurre. Una scelta dettata dalla volontà di non imporre una traduzione astratta, ma più consapevole e ragionata, compresa la proposizione di tre quesiti storico-letterari-linguistici finali. Ma su questa innovazione positiva adesso è stato inserito dell’altro, cioè un secondo testo nell’altra lingua classica, con a fianco la traduzione italiana: perfettamente inutile per saggiare la competenza di traduzione dalla seconda lingua.

Ma le modifiche più significative, e che riguardano tutte le scuole, sono arrivate solo da poco, ad anno scolastico abbondantemente iniziato: però con effetto immediato, cioè a partire già dagli esami che cominceranno adesso. 

Infatti nel mese di gennaio, a metà anno scolastico, il ministero emanava per tutte le scuole le nuove norme sul colloquio d’esame, con l’introduzione dei “materiali” che le commissioni avrebbero dovuto preparare per l’avvio dell’orale: cioè “testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e metterle in relazione per argomentare in maniera critica e personale”. In marzo seguiva poi un’Ordinanza che precisava, a proposito di questi “materiali”, che si doveva trattare di “buste” predisposte dalla commissione: il presidente prima e il candidato poi avrebbero dovuto sorteggiare la busta con relativi materiali, che non dovrebbero contenere domande precise, ma “nodi concettuali”. L’incertezza a questo punto per i candidati e i docenti è aumentata: giustamente è stato rilevato che novità così significative non possono essere introdotte nel corso dello stesso anno in cui si vuole anche applicarle. Nella storia recente della scuola di solito si è cercato di rispettare il principio per cui le novità legislative non possono essere inserite durante l’anno scolastico in corso, se si vuole ottenere la ricaduta didattica auspicata. 

Come se non bastasse, ulteriore sconcerto è venuto dalle interpretazioni che qua e là hanno cominciato a diffondersi: le aggiunte, il non scritto che ha cominciato a sovrapporsi a quanto fissato dalla normativa, per esempio di chi vorrebbe imporre una relazione scritta sull’Alternanza scuola-lavoro, mentre la “breve relazione” prevista può essere tranquillamente orale. Forse per correre un po’ ai ripari è uscito in maggio un ulteriore documento, che ribadisce alcune affermazioni e sottolinea invece la libera responsabilità della commissione d’esame nella predisposizione dei materiali per il colloquio. 

Speriamo che sia così, dopo la serie di novità introdotte: una serie tardiva e frettolosamente imposta all’ultimo momento. 

* docente di Didattica del latino, facoltà di Lettere e filosofia, campus di Brescia