di Giulia Raineri *

Il settore agroalimentare è sempre stato un mio forte interesse, a partire dalla mia laurea triennale e ora con il proseguimento dei miei studi nel corso di Management and Food Economics a Cremona. Proprio questa mia passione mi ha spinta a partecipare al programma di volontariato internazionale in Costa Rica nell’ambito dell’agricoltura sostenibile, perfettamente in linea con la mia carriera universitaria. 

Ho trascorso insieme a Paolo e Martina, due miei compagni di corso, 4 settimane (21 Luglio 2018 – 18 Agosto 2018) ad Atenas, un piccolo paese in provincia di Alajuela, nell’entroterra costaricense. Ho vissuto in una splendida famiglia che mi ha accolto calorosamente, sono stata come adottata: abbiamo svolto parecchie attività insieme e siamo in contatto tutt’ora. 

La nostra giornata tipo partiva con una sveglia all’alba, abbondante colazione tipica che consisteva nel gallo pinto: un piatto unico con riso e fagioli e di contorno plátano fritto e avocado, una delizia! Successivamente prendevamo un autobus che in mezz’ora di strada contorta in salita ci portava nel luogo del volontariato, in un piccolo paese sulle colline, chiamato Altos de Naranjo (Colline dell’arancia). Qui si trovava la finca (termine per indicare un appezzamento coltivato) della famiglia Rodriguez, specializzata in agricoltura biologica con serre idroponiche. 

Noi tre volontari dal lunedì al mercoledì aiutavamo Javier e suo figlio a piantare, irrigare e raccogliere principalmente la lattuga, ma anche sedano e cipollotto. All’occorrenza aiutavamo anche la moglie di Javier nel lavaggio della lattuga prima di essere impacchettata, pulivamo e sistemavamo la coltivazione dei pomodori e in generale tenevamo in ordine tutta la finca. Il giovedì, invece, era il giorno della raccolta della frutta: ci spostavamo quindi, dentro il cassone di un pick-up, fino in cima alla collina, dove la famiglia possedeva una piantagione di mandarini, limoni acidi e dolci, arance, jocotes (piccoli frutti molto famosi in Costa Rica) e banane. In base alle esigenze raccoglievamo la frutta da vendere il giorno dopo alla feria (mercato contadino) o alla cooperativa. Il venerdì mattina poi ci recavamo appunto alla feria dove potevamo ammirare tantissimi produttori che esponevano la loro frutta meravigliosa, per la maggior parte a noi sconosciuta e assaggiare tutto quello che desideravamo.

Dopo le 4 ore lavorative, alle 11.30 l’autobus ci riportava ad Atenas e dopo pranzo seguivamo le lezioni di spagnolo con la nostra insegnate Maria, che mi ha fatto amare e imparare questa lingua meravigliosa. La giornata infine si concludeva con la cena alle 18 e chiacchiere con gli amici e la famiglia prima di coricarsi per iniziare una nuova giornata.

I 4 weekend a disposizione invece li abbiamo sfruttati per esplorare la Costa Rica e le sue bellezze: il primo weekend siamo stati, insieme a Mariah, un’altra volontaria americana, e a due volontari inglesi, al parco nazionale Manuel Antonio, raggiunto con 5 ore di autobus. Qui abbiamo trovato spiagge bellissime, sentieri nella foresta pluviale, animali e abbiamo fatto un giro in canoa tra le mangrovie. 

Il secondo weekend abbiamo noleggiato una macchina insieme a Chiara, una volontaria italiana e abbiamo esplorato Guanacaste, regione a nord-ovest sull’oceano pacifico. È stato un weekend all’insegna del relax in spiagge incontaminate e paradisiache. Un altro weekend l’abbiamo trascorso nella capitale, San José, una città caotica ma affascinante, in tipico stile centro e sud americano. Infine l’ultimo weekend siamo stati a La Fortuna, dove abbiamo visto, tra una nuvola e l’altra, il vulcano Arenal e ci siamo concessi un bagno nelle sue acque termali. 

È stata un’esperienza bellissima, che insegna tanto: dal piacere di aiutare persone con il volontariato, alle nuove abitudini, da una lingua nuova all’affrontare imprevisti in un contesto lontano dalla tua realtà. Lo spirito di adattamento è stato fondamentale per godersi a piano l’avventura e vivere come una vera “tica”. La Costa Rica è un posto meraviglioso, con persone gentili e uno stile di vita più tranquillo, legata ai ritmi della natura. Insomma, un paese dove il saluto è “Pura Vida!”, non può che essere un paradiso! Sono tornata a casa arricchita personalmente e con un milione di ragioni per ritornare. 

* 23 anni di Montecchio Emilia (Re), secondo anno del corso di laurea magistrale in Agricultural And Food Economics. Economia e gestione del sistema agro-alimentare, facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali