«L’evoluzione tecnologica e quella degli assetti proprietari, l’integrazione dei mercati bancari, assicurativi e dei capitali rendono necessario calibrare in modo opportuno la regolamentazione e la vigilanza delle istituzioni finanziarie».  Lo ha detto il Commissario Consob Carmine Di Noia intervenendo alla Opening Conference intitolata “Governing Financial Institutions”, che ha dato il via lunedì 22 luglio alla seconda edizione della International Summer School on Banking & Capital Markets Law in programma fino al 26 luglio a Villa Vigoni, sul Lago di Como. L’iniziativa è stata l’occasione per un confronto a più voci tra docenti di importanti atenei internazionali e rappresentanti di autorità di vigilanza italiane e straniere: Consob, Banca d’Italia, Banca Centrale d’Irlanda.

Il dibattito - introdotto dai saluti dei due direttori della Summer School Antonella Sciarrone Alibrandi e Danny Busch, rispettivamente prorettore vicario e docente di Diritto bancario all’Università Cattolica e Director of the Institute for Financial Law at Radboud University di Nijmegen - ha disegnato, a partire da diversi punti di vista, un quadro degli aspetti salienti che riguardano il governo delle istituzioni finanziarie, la cui complessità richiede modelli di gestione che tengano conto non solo della stabilità del sistema ma anche di altri interessi: sostenibilità, crescita, innovazione tecnologica, protezione dei consumatori, questioni etiche e culturali.

Tematiche emerse con chiarezza nei diversi interventi. Per esempio, Guido Ferrarini, Radboud University Nijmegen e Università di Genova, si è soffermato sull’analisi di tre questioni: la corporate governance e le regole prudenziali (prudential regulation); la necessità o meno di una corporate law speciale per le istituzioni finanziarie; il rapporto fra cultura e regole. Douglas Arner, docente di Diritto alla University of Hong Kong e tra i massimi esperti di FinTech, ha passato in rassegna le grandi sfide che l’innovazione tecnologica pone al governo delle istituzioni finanziarie: dalla cybersecurity alla protezione dei dati, dalla interoperabilità alla cooperazione internazionale.

  

È poi toccato agli esponenti delle autorità di vigilanza spiegare quale può essere il loro ruolo per assicurare un corretto ed efficace governo delle istituzioni finanziarie. Per il commissario Consob Carmine Di Noia «è indiscutibile che la Capital Markets Union (CMU) e l’Unione bancaria debbano completarsi. Dovremmo cogliere l’occasione per portare avanti la fusione delle due iniziative in un unico progetto a lungo termine che conduca a una vera “Unione finanziaria europea”». E come? Intervenendo «sull’architettura normativa e di vigilanza dell’UE rendendola davvero intersettoriale», ha affermato Di Noia. Ha ancora senso, dunque, parlare di differenze tra disciplina bancaria e quella dei mercati finanziari? «Una maggiore armonizzazione e un’attuazione coerente delle norme dell’UE riaprono il dibattito intorno al quadro di vigilanza europeo, cosa che l'attuale proposta di revisione dell’European Supervisory Authorities (ESAs) sta cercando di affrontare – ha aggiunto Di Noia –. La mancanza di un singolo regolatore dei mercati finanziari costituisce una grossa lacuna nell'edificio dell’Unione dei Mercati Capitali (CMU) poiché è certamente superato avere una supervisione diversa per le diverse entità giuridiche che svolgono le stesse attività economiche».

La sfida futura, insomma, resta quella di un governo delle istituzioni finanziarie basato non solo sulla regolamentazione e sulla vigilanza ma anche su principi e valori etici e culturali presenti all’interno di tutti i sistemi.  Ne è convinta Magda Bianco, Banca d’Italia: «Per assicurare sostenibilità e crescita nel medio e lungo periodo, gli intermediari finanziari oggi non possono tenere conto soltanto della stabilità – e quindi del proprio patrimonio, della redditività… - ma anche dell’esigenza di essere trasparenti e corretti nei confronti dei clienti e impermeabili ai rischi di riciclaggio. Solo così sono in grado di (ri)acquisire e mantenere la fiducia dei clienti e limitare i rischi reputazionali». Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri, Seana Cunningham, Central Bank of Ireland, e Roberto Speranza, BlackRock.