Per molti lo stage retribuito che si trasforma in lavoro è un sogno. Per tanti iscritti alla facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative è una realtà già da studenti. Il tirocinio in banche, società di gestione del risparmio, società di consulenza e compagnie assicurative spesso si svolge durante la laurea magistrale con compensi che oscillano dagli 800 ai 1.000 euro al mese.

Un valore aggiunto apprezzato sia dalle aziende sia dagli studenti. Dalle prime perché consente di consolidare la collaborazione con le istituzioni universitarie e di promuovere la conoscenza dell’azienda in un’ottica di employer branding. Dai secondi perché permette di incontrare in modo soft il mondo del lavoro e di applicare sul campo conoscenze acquisite nel percorso di studi.

È stato così per Samantha Airoldi, 23 anni, iscritta al secondo anno di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari, che ha svolto uno stage a Deloitte nel ruolo di Revisore Junior Assistant - Audit finanziario. «Fare un percorso di questo tipo durante gli studi rappresenta un ottimo trampolino di lancio per entrare nel mondo professionale. Inoltre, ti consente di mettere in pratica le conoscenze acquisite in aula; di confrontarsi con persone che hanno età, obiettivi, conoscenze e competenze diversi, e di interagire con ambienti lavorativi differenti».

Stesso discorso per Valeria Savoldelli, sempre della magistrale di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari, attualmente impegnata in uno stage a Invesco, al secondo rinnovo. «Ho potuto comprendere quali siano le capacità e le conoscenze che il mondo del lavoro richiede, anche sotto il punto di vista delle soft skills. Il tirocinio mi ha dato l’opportunità di migliorare gli aspetti più pratici che il percorso didattico non approfondisce. E poi è indubbiamente rilevante per la possibilità che offre di essere confermati nella realtà aziendale nella quale si è inseriti».

Dallo stage all’assunzione il passo è breve. Anche perché le aziende entrano in contatto diretto con giovani di talento, per potenziali successive assunzioni. E, formando persone junior, possono beneficiare del loro spirito innovativo e di iniziativa. Lo spiega bene Paola Lupi, Wholesale Client Service Manager di Invesco. «Da sempre investiamo sui giovani: è necessario però avere una struttura solida ed efficiente, capace di far crescere i tirocinanti con un percorso formativo adeguato che faccia emergere e sviluppare le personali capacità tecniche e relazionali».

Non è dunque azzardato pensare che tra qualche anno lo stage possa diventare un canale di accesso privilegiato a posizioni più strutturate. E addirittura fungere da strumento di selezione sostituendo al 100% le più tradizionali forme di recruitment. «L’esperienza ci insegna che il CV scolastico è importante ma poi ciò che fa la differenza è la capacità dei ragazzi di sapersi adeguare ai ritmi aziendali, avendo sempre la giusta curiosità combinata all’umiltà di imparare» conferma Paola Lupi.

C’è poi chi considera il tirocinio già un percorso di selezione in tutto e per tutto. Come BNL BNP Paribas, osserva la responsabile  Selezione e Employer  Branding Natalia Musazzi, dove «il processo di valutazione per gli stage negli anni si è evoluto in linea con i cambiamenti che il settore ha affrontato e continua ad affrontare. Quello che stiamo facendo è snellirlo per renderlo più “agile” e al passo con “un mondo che cambia”».

A BNL BNP Paribas, aggiunge Natalia Musazzi, lo stage è retribuito e «rappresenta un momento altamente formativo per un neolaureato, che entra da subito nel vivo delle varie attività. Noi li stimoliamo a essere proattivi e ad arricchire il loro percorso di formazione, ponendo le basi, se dovessero crearsi le opportunità, per un successivo inserimento nella nostra azienda. Non sono stage finalizzati all’assunzione ma una persona che ha concluso brillantemente un percorso di formazione da noi ha ovviamente “il diritto di prelazione” nell’ipotesi in cui dovessero crearsi delle opportunità».

Senza dimenticare, come afferma Paola Lupi, che quello che conta «è la curiosità intellettuale, la voglia di non arrendersi mai alle difficoltà e saper chiedere quando si è in difficoltà. Per un giovane è normale avere ostacoli, la differenza è come si affrontano e si superano». Non resta che farsi avanti.