di Rocco Bellantone *

Ringrazio il Magnifico Rettore per quanto ha appena detto che traccia un quadro realistico ma sicuramente incoraggiante della nostra sede, fonte come dice sempre di bellissime soddisfazioni e di grane infinite.

Ti garantisco, caro Rettore, che continueremo a dare bellissime soddisfazioni e ti saremo sempre accanto per affrontare le perenni problematiche di chi vuol fare Università e Sanità in un Paese non sempre attento a queste tematiche specie quando si entra nel pretestuoso dilemma se quello che conta siano i risultati o l’etichetta di chi li consegue.

Questo impegno di collaborazione si estende ovviamente al nuovo Direttore Amministrativo dell’Ateneo Dott. Paolo Nusiner insieme ai più calorosi auguri di buon lavoro per l’impegnativo compito che lo attende.

E, a proposito di Direttori, sono sicuro di interpretare il sentimento comune nel manifestare ancora una volta il grande apprezzamento per quanto sta dimostrando Marco Elefanti come manager e come persona e l’intima soddisfazione di averlo adesso tutto per noi. Buon lavoro Marco!

Ma il messaggio più importante consentitemi di darlo ai nostri carissimi studenti.
Intanto a nome loro e di tutti noi consentitemi un grazie di cuore a Sua Eminenza il Cardinale Bassetti che ancora una volta dimostra la Sua vicinanza e la Sua partecipazione alla testimonianza che cerchiamo di dare nel nome di quella missione che i cattolici italiani ci hanno dato e di cui dobbiamo dimostrarci degni.
E parafrasando una sua bellissima frase invito tutti a ricordare che parte integrante della nostra missione non è quella di creare una Università per i giovani ma piuttosto quella di riscoprire con loro la perenne giovinezza della Chiesa e quindi anche di questa università che della Chiesa è opera.

Al di là delle cose più o meno importanti che dirò dopo ricordatevi sempre cari studenti perché siete qui, perché siamo qui: abbracciare e condividere la sofferenza dando una risposta concreta come ci dice il santo Padre ad “una società inquinata purtroppo dalla cultura dello scarto che è opposta a quella dell'accoglienza”… “E le vittime della cultura dello scarto sono proprio le persone più deboli, più fragili”. 

Noi stiamo umilmente cercando di fare questo trasformando corsi, forse troppo tecnologici, in luoghi dove si comprendano le grandi capacità umane necessarie per essere un buon operatore sanitario e dove si affronti il rapporto con i fragili, con tutti quelli che soffrono!
E quando avrete dubbi o titubanze vi vengano sempre in mente le parole di Papa Francesco: “Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. Per favore, non guardate la vita dal balcone!”

Carissimi studenti sappiamo bene che non sempre, non tutti, riusciamo a realizzare le vostre aspettative e non posso fare promesse di perfezione ma vi garantisco che raddoppieremo gli sforzi e, soprattutto, terremo in grande conto ogni vostra sollecitazione, e vi assicuro che chiunque tradirà la passione e l'amore che vi dobbiamo, sarà chiamato a risponderne alla Facoltà.

Ma andiamo brevemente a relazionare sul nostro operato. In questi anni abbiamo perseguito con tenacia il delicatissimo compito di eseguire un reclutamento di altissimo profilo didattico di ricerca ed assistenziale. L'eccellenza che ci ha difeso nella tempesta perfetta è frutto anche di scelte basate esclusivamente sul merito.
Perdere questo rigore avrebbe conseguenze irrimediabili nel fragile equilibrio attuale ed aprirebbe la strada a una ospedalizzazione del Policlinico per motivi di mera sopravvivenza con le conseguenze che pessimi esempi di altre istituzioni ben documentano.
Abbiamo attraversato momenti difficili in cui, a volte, i singoli non hanno compreso che l'interesse comune dovesse prevalere su logiche personalistiche, sono stati momenti con pesanti riflessi umani e decisioni in cui cuore e ragione sono entrati in conflitto.
Sono stati momenti di grave peso umano nei quali la convinta solidarietà ed il profondo coinvolgimento dei Colleghi, sono stati decisivi nel proseguire sul progetto di eccellenza che ci eravamo prefissati e nell'abbandonare ogni residua tentazione feudalistica.

In questi anni abbiamo ulteriormente elevato il livello del Corpo docente con la promozione di allievi interni in quasi il 100% dei ruoli di Ricercatore e Professore Associato e nell'80% per i Professori Ordinari.
Ognuna di queste posizioni è sinonimo di eccellenza. Non devo più essere eletto e non devo sviolinare nessuno.
Se si andassero a cercare le eccellenze assolute nei vari settori della Medicina sfido chiunque a trovare di meglio delle donne e degli uomini che sono qui seduti.
Qui accanto a me, grazie all'uso virtuoso della cooptazione, vedo grandi scienziati e grandi personalità che altre prestigiose Università accoglierebbero immediatamente, che hanno conquistato ogni millimetro del loro prestigio con sacrificio e fatica… non vedo alcun appartenente a lobby o società se non a una che ha 2019 anni di storia.

Sono veramente grato a questo corpo Accademico per il grande sostegno e la compattezza dimostrata in molti delicati frangenti e in particolare nei processi di selezione sempre tesi al merito inteso come eccellenza sovranazionale e propensione ai nostri principi con attenzione massima alla didattica e alla ricerca ma con la pesante responsabilità verso i nostri malati.
Qui la gente può vivere o morire a seconda della valenza clinica di chi scegliamo. Questo soltanto conta e non referenze più o meno forti o esperti esterni più o meno disinteressati. Questa compattezza è e sarà fondamentale affinché nulla ci faccia derogare da quello che ci ordina la nostra coscienza.

Posso essere molto sintetico nella mia relazione perché i dati consolidati non hanno necessità di commenti.
Una Facoltà con 5.000 studenti e 50 corsi di laurea con sedi in tutta Italia da Bolzano, Torino, Brescia a Potenza e Campobasso. Un corso di laurea magistrale in Medicina e uno in Odontoiatria con 8.000 candidati per 300 posti.
I nostri laureati perennemente nei primi tre posti per il concorso di accesso alle scuole di specializzazione.
Intendiamoci non che ci piaccia: né che ci sia questo assalto indiscriminato a medicina, né che l'attitudine alle scuole di specializzazione sia verificata con un quiz; ma queste sono le attuali leggi italiane ed a queste ci uniformiamo.

In attesa che vengano creati percorsi di indirizzo durante il liceo comprendendo che la via giusta è rendere più equa e ridotta la selezione e non il “liberi tutti” che massacra la vera formazione e penalizza i più motivati. In attesa che si comprenda come la laurea in Medicina, e ancor più le specializzazioni, necessitano di valutazioni attitudinali al letto del malato negli ambienti giusti, che sono le università di medicina adeguatamente controllate e sanzionate, e non frettolosamente e superficialmente sostituite da manuali di quiz o luoghi, anche di grande eccellenza assistenziale, che non hanno la minima cultura ed esperienza sulla formazione. In questa attesa diamo ai nostri ragazzi quello che serve per andare avanti e primeggiare con la normativa attuale.

Un corso di laurea in medicina in lingua inglese che quest'anno ha visto i suoi primi laureati. Corso attrattivo in tutto il mondo con ragazzi provenienti da oltre venti nazioni.  
Un corso oggi ancora più prestigioso grazie alla connessione con la Jefferson University di Philadelphia che permetterà, unico esempio in Italia, ai nostri ed ai loro più meritevoli, la doppia laurea valida in Europa e negli Stati Uniti.
E, infine, l'ultimo arrivato, il modernissimo corso in Farmacia che ha visto quest'anno il suo esordio.

E, ancora, 50 scuole di specializzazione, dottorati e master per una formazione post laurea che vede impegnati oltre 1.000 medici in formazione.

Ricerca

La ricerca della nostra Facoltà ha avuto la sua consacrazione con il prestigioso riconoscimento di istituto di ricovero e cura a carattere scientifico con la tematica della medicina personalizzata e delle biotecnologie innovative.

Argomento sicuramente complesso e sfidante che testimonia una ricerca d'avanguardia tesa alla cura della persona e non della malattia, al l'individuazione di tecniche diagnostiche e terapie ritagliate al singolo individuo, addirittura alle singole cellule e molecole che compongono il nostro organismo. È una città della Ricerca che vede la presenza di oltre 1.200 ricercatori, di oltre 900 collaboratori di ricerca. L’attività di ricerca è stata supportata da 166 nuovi progetti di ricerca finanziati da soggetti esterni, per un totale di 12 milioni di euro. Il dato di maggior aumento è dato proprio dai progetti ottenuti da Bandi Competitivi non Profit, pubblici e privati, che ha registrato un aumento del 24% rispetto all’a.a. 2017/2018.

Relativamente all’attività di ricerca finanziata della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS il 2019 ha visto un notevole incremento dei progetti vinti e contrattualizzati: basti pensare che il Bando di Ricerca Finalizzata 2018 ha visto premiare ben 15 progetti dell’IRCCS, con un tasso di successo del 22.72%, risultando il terzo IRCCS italiano per numero di progetti e finanziamento conseguito. Da notare inoltre è che 10 dei 15 progetti vinti hanno come PI un nostro giovane Ricercatore.

Questo abbiamo fatto, sempre difendendo la vera scienza non fine a se stessa ma al servizio dell'uomo, affermando la forza dirompente del profondo connubio tra fede e scienza, e rifiutando il concetto di una vita trasformata in un deposito di cellule, come diritto di uomini liberi e dovere di scienziati dedicati alla difesa della vita in tutte le sue forme.

Una scienza che non si ponga in antitesi alla fede ma anzi una scienza che, più si inoltra nei misteri della natura, più comprende la grandezza del Dio creatore. Noi siamo Cattolica e siamo Università, siamo qui per alleviare la sofferenza e per difendere la vita dal suo primissimo esordio al suo termine naturale su questa terra.

Questa è la nostra missione che con orgoglio portiamo avanti e di cui dobbiamo essere sempre fieri e consapevoli!

L'assistenza è quella fornita dal Policlinico Universitario Agostino Gemelli. Nato dall'intuizione geniale del nostro padre fondatore come elemento imprescindibile per una seria formazione sanitaria, è andato via via crescendo man mano che sempre più pressanti arrivavano da Roma e, soprattutto dal centro sud, richieste di prestazioni sanitarie che altre strutture non riuscivano a garantire.

Basta citare alcuni dati della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli:
-    100.000 ricoveri l'anno di cui il 20% da fuori Regione che salgono al 30% per gli oncologici;
 
-    80.000 prestazioni di pronto soccorso con un costante aumento dei codici rossi;
-    minor costo per paziente dimesso;
-    ospedale per i disabili;
-    percorso teleguidato per i non vedenti;
-    unità operativa per un ospedale senza dolore;
-    Policlinico guida per il progetto ospedali aperti in Siria.

Il più grande ospedale oncologico d'Italia per numero di pazienti. Costantemente al primo posto nel Lazio, o nei primi tre in Italia per flussi ed esiti sulla stragrande maggioranza delle patologie.
E tutto questo nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale con una assistenza gratuita e aperta a tutti.

Si è venuta a creare quindi una anomalia unica in Italia di una struttura che non è pubblica ma che fa un servizio pubblico, spesso e volentieri, anche dove il pubblico non arriva.
Una struttura che però non è neanche privata perché del privato non ha le logiche di profitto, non ha la scelta dei malati, non ha il rifiuto di quanto non remunerativo. 

E questo comporta di subire parecchie decine di milioni di euro l’anno di costi in più rispetto al sovvenzionamento regionale.
In un equilibrio sempre precario con un’amministrazione oculata, i fondi per la ricerca profit e quelli che giungono da quell’1% di pazienti assistiti da fondi o assicurazioni vengono riversati immediatamente per garantire quella gratuità nell’eccellenza che è la storia del Gemelli.
Questo è il Gemelli: il Gemelli dei sofferenti, il Gemelli di chi necessita gratuità ed eccellenza.
Cosa ben diversa da quel ricco Gemelli presente in qualche immaginario distratto.
Il Gemelli è un ospedale che garantisce misericordia, comfort ed eccellenza... a tutti in maniera totalmente gratuita. Il Gemelli è veramente ricco, ma lo è di scienza, di amore, di carità!

Tutto ciò richiede un equilibrio economico che troppi danno per scontato. Superficialmente e colpevolmente per scontato.
Non voglio assolutamente essere frainteso: possiamo soltanto dire grazie al Presidente Zingaretti e all’assessore D’Amato: la Regione Lazio ha fatto e sta facendo il massimo per il Gemelli e lo sta facendo in un giusto e difficile equilibrio considerati i paletti finanziari che le sono imposti.
So benissimo che con le attuali normative la regione Lazio non può intervenire oltre, e che la grande vicinanza e la stretta collaborazione che si sono instaurate hanno portato al massimo risultato possibile nell’inserimento del Gemelli a pieno titolo nel sistema sanitario regionale. Ma adesso è arrivato il momento di dare la giusta valenza normativa nazionale che differenzi questo ospedale che fa sanità di alta complessità ed alti costi da strutture private che hanno ben altra valenza e ben altri fini.

Il Gemelli è una struttura che si identifica col nostro SSN fornendo un'offerta sanitaria equa e gratuita, solidale ed universale, come le strutture pubbliche, a volte, permettetemi, se non altro come fruibilità, più delle strutture pubbliche.

Noi siamo Gemelli!

Ancora una volta le agenzie internazionali ci confermano tra i migliori 150 policlinici universitari del mondo, ancora una volta ognuno di noi ovunque vada nel mondo sarà riconosciuto come uno del Gemelli.

Ricordiamolo sempre quando borbottiamo perché qualcosa non funziona, ricordiamo le nostre responsabilità quando affermiamo con giusta fierezza “io sono del Gemelli”, ma soprattutto, sono convinto, lo ricorderanno quanti devono gestire la drammatica domanda di buona sanità di chi sta male nell’intera Italia.

Sono convinto si chiedano con coscienza se impedire che questa venga soddisfatta da uno dei migliori Policlinici del mondo, per aver paura di riconoscerne la valenza nazionale, per andare dietro a demagogiche distinzioni tra pubblico e false etichette di privato, per non urtare suscettibilità di strutture abissalmente meno adeguate, sia vera equità o piuttosto atto di somma ingiustizia consumata ai danni dei cittadini e del loro diritto alla migliore sanità possibile!

Veramente spero che sappiano presto darci un Gemelli a giusta valenza nazionale, che non si trovi costretto a rifiutare malati perché drammaticamente trasformati in numeri eccedenti iniqui tetti economici regionali!

Sono sicuro si possa finalmente comprendere che il Gemelli meriti una attenzione legislativa nazionale che trasformi l'attuale situazione in cui sappiamo soltanto cosa non siamo in una in cui finalmente si normi cosa siamo!
I sofferenti che chiedono aiuto al Gemelli meritano rispetto! La gente del Gemelli merita rispetto!

Rispetto per quello che ha fatto senza nulla pretendere.

Rispetto nell'essere giudicata soltanto da chi ne conosce concretamente e ne condivide la difficile realtà.

Rispetto per tutto ciò che ha fatto ma, soprattutto, per tutto ciò che potrebbe fare se si guardasse finalmente all’interesse supremo della salute delle persone che soffrono nel sacrosanto diritto, sancito dalla costituzione italiana, di accesso libero alle cure migliori come cittadini di un’unica nazione e non certamente sulla base delle zone dove abitano.

Avviandomi alla conclusione di questa mia decima relazione da Preside, con la stessa emozione e lo stesso orgoglio del primo giorno di servizio, quello che viene da una entusiasmante esperienza ma, soprattutto, dal cuore è la mia profonda convinzione che niente e nessuno potrà fermare la nostra azione se rimarrà questa splendida comunità forte e unita. 

Ricordiamolo sempre: alcuni ci amano incondizionatamente per quello che abbiamo insegnato, per le nostre scoperte che hanno migliorato o salvato delle vite, per le cure appassionate che abbiamo fornito, per l’amore che abbiamo saputo dare, alcuni ci stimano perché ci vedono come esempio da imitare e superare, alcuni ci detestano con mille pretesti ma essenzialmente perché, più inclini all’invidia che all’emulazione, non si capacitano di non essere uno di noi. Ma nessuno può negare che il Gemelli è un corpo unico in cui ognuno di noi lavora, borbotta, protesta con un senso istituzionale incrollabile verso quell’unicum di cui si sente partecipe con fierezza ed amore.

Questa è la nostra forza: non i singoli organi per quanto nobili e raffinati ma un corpo unico fatto da infinite cellule tutte indispensabili.

Dimentichiamolo e sarà la nostra fine, ricordiamolo e nulla potrà scalfirci mai! Grazie!

* preside della facoltà di Medicina e chirurgia “A Gemelli”