di Lorenzo Lo Faso *

Dopo aver trascorso un semestre alla UCLA di Los Angeles in qualità di “Study Abroad student” durante il Fall 2018 e aver potuto toccare con mano le differenze culturali tra Europa e Stati Uniti, ho deciso di trascorrere un mese di Summer Session a Shanghai alla Fudan University.

L’esperienza asiatica è stata davvero molto formativa per il mio percorso di crescita sia personale che accademico. Ho avuto modo di entrare in contatto con una cultura e tradizioni completamente diverse e distanti sia da quelle americane che europee.

Trascorrere periodi di studio all’estero e interagire con altri studenti internazionali provenienti da svariati paesi, mi ha dato l’opportunità di sperimentare nuove situazioni e comprendere altri punti di vista, migliorando così la mia capacità di adattamento e arricchendo il mio bagaglio culturale e sociale.

Oltre all’eccellenza dei professori e alle loro competenze nelle varie discipline, che sicuramente hanno contribuito a modellare ed arricchire le mie “hard skills”, il vero valore aggiunto di questa esperienza è stato l’ulteriore sviluppo e consolidamento delle mie “soft skills”. Capire come gli asiatici approcciano un problema, interagire con loro ogni giorno e scoprire la loro cultura, mi ha dato la possibilità di costruire un importante network che spero di poter coltivare anche in futuro.
Parlare con studenti di altri paesi, scambiarsi le proprie opinioni e i propri punti di vista, ascoltare le loro esperienze, costituisce l’essenza fondamentale di un “summer program” all’estero che va al di là del puro insegnamento accademico delle lezioni e ha contribuito alla mia crescita personale e alla consapevolezza delle differenze nel mondo.

Altro aspetto fondamentale è stato quello di vivere un’esperienza del genere proprio a Shanghai, città internazionale e vero fulcro finanziario in grado di connettere l’Asia con il sistema economico occidentale. La città è particolarmente vivace e ricca di stimoli, dal quartiere francese di Xintiandi (da visitare in caso di improvvisa nostalgia europea) ai vari “rooftop bar” sul Bund che offrono, specialmente di notte, un panorama mozzafiato dei famosi grattacieli illuminati del centro finanziario.

Curioso anche solo passeggiare per le strade e i quartieri più tradizionali della città, dove sono stato spesso fermato, con la scusa di una semplice foto, da famiglie e bambini asiatici stupiti di incontrare un ragazzo occidentale.

Tappa quasi obbligatoria, o almeno molto raccomandata, è Pechino, raggiungibile facilmente in poche ore con il treno ad alta velocità. Forte è il contrasto fra la capitale e Shanghai, sembra quasi di stare in due paesi diversi: se Shanghai rappresenta il centro finanziario ed economico, internazionale ed è improntata molto di più al business, Pechino è invece più turistica e apprezzata per i suoi siti storici, monumenti e parchi.

In sintesi, esperienza estremamente positiva e formativa che consiglio vivamente a tutti i miei colleghi universitari.

* 21 anni, di Firenze, studente della laurea triennale in Economia e gestione aziendale, facoltà di Economia, campus di Milano