Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Matteo (23,27-32)

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Gesù prende spunto dalla pratica, comune al suo tempo, di imbiancare a calce i sepolcri nel periodo precedente la Pasqua – per segnalarne la presenza ai passanti, evitando che essi venissero inavvertitamente “resi impuri” dal contatto – per accusare scribi e i farisei di ipocrisia e iniquità. Il versetto trenta – «Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici» (Mt 23,30) – evoca per un economista, come lo scrivente, il concetto di “incoerenza temporale”. Nella teoria economica, l’“incoerenza temporale” descrive una situazione in cui le preferenze di un soggetto cambiano nel corso del tempo, ciò che è preferito in un certo momento successivamente non lo è più. Cristo, Signore del tempo, si riferisce (in modo “creativo”) invece a un confronto con il passato. Per scribi e farisei è facile dire: «Se fossimo vissuti al tempo…» (Mt 23,30), ma poi non riconoscere Giovanni il Battista o essere parte attiva nella congiura che porterà Gesù alla croce. Il riferimento qui non è certo all’ “ereditarietà” della colpa, quanto al fatto che è più facile abbattere, decapitare o insozzare statue di illustri “antenati” (da Cristoforo Colombo a Indro Montanelli) piuttosto che riflettere sull’iniquità diretta e indiretta dei nostri gesti e delle nostre condotte attuali.

Mario Agostino Maggioni
Docente di Politiche Economiche per l’Innovazione
Facoltà di Scienze Politiche e Sociali