Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Matteo (Mt 10,7-15)

Ascolta "La Parola, un dono che non si può rifiutare" su Spreaker.

La Parola di Gesù è incalzante, come lo scuotere dei calzari contro chi non la sa accogliere né ascoltare; e suscita timore e tremore quando evoca il giorno del giudizio. È dunque un dono che non si può rifiutare? Come in Omero: «Non si devono rifiutare i nobili doni degli Dèi, quelli che essi soli donano, e che nessuno può acquistare con la volontà»?

La Parola non è semplice verità metafisica: è corpo messo in croce, ma poi risorto e quindi testimone della vita eterna. Parola nella storia che dischiude la storia: sacri-ficata, affinché secondo la metafora giuridica di Ambrogio il pagamento dell’Uno liberi solidalmente tutti.

È in primis un volto che ci viene a visitare e chiede d’essere accolto. Perché «il volto è luogo della parola di Dio»; «il volto del prossimo non è forse il luogo originario in cui la trascendenza invoca un’autorità attraverso una voce silenziosa in cui Dio viene all’idea?» (Lévinas).

Prossimità e trascendenza, kabod (o kavod) e shekinah (Naro). Scandalo dei moderni, una Parola che «viene da un al di là della mia libertà, da un prima che rende il risveglio un’obbligazione» (Baccarini). Il risveglio di Lazzaro o l’alzarsi in piedi della figlia di Giairo: un nuovo inizio. «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» (Lc 24,32).

Andrea Nicolussi, docente di Diritto civile, Facoltà di giurisprudenza