Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Matteo (Mt 16,24-28)

Ascolta "Una vita da trovare" su Spreaker.

A prima vista il passo di apertura di questo brano della Parola sembra proporre una sorta di circuito chiuso che contrappone chi vuole salvare la propria vita, e la perderà, a chi invece è disposto a perderla per causa di Cristo. Insieme con la frase precedente «rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24), esso costituisce un'affermazione di tale radicale potenza che quasi si fatica a terminare la frase.

Eppure le ultime parole, il "corrispettivo" per chi è disposto a perdere la propria vita, sono cruciali. A costui è promesso (non di averla salva, ma) di trovare la propria vita. Non è una restituzione, "rieccoti la tua vita". È l'apertura di un orizzonte nuovo, altrimenti non disponibile, i cui contorni possono essere compresi solo scegliendo di affidarsi. Così, spendere la vita in alleanza con Cristo vuol dire costruirla intorno a un abbraccio che, come in una danza, non costringe ma sostiene, non limita ma apre a inedite possibilità. Solo perdendo, diventa possibile trovare.

E, in un attimo, quello che sembrava un drastico comando si svela un appello accorato: l'alternativa egoistica, "il salvare la propria vita", manifesta la sua disperata inutilità. Quale vantaggio, infatti, nel vivere una vita non trovata, che è scivolata via senza essere stata mia?

Michele Mozzarelli
Docente di Diritto Commerciale
Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative