Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Marco (Mc 12,28b-34)

Amare il prossimo “come se stessi” non rimanda solo a uno stile quantitativo. Anzi: ci invita pressantemente a uno stile qualitativo, definito, nel contempo, da distanza relazionale e da com-presenza percettiva.
Distanza necessaria non solo a garantire il diritto alla differenza, ma anche il diritto di esistenza; che tutela la dignità e la responsabilità, onde evitare di cadere in forme simbiotiche o in qualche perverso “gioco delle colpe”.

Com-presenza percettiva in cui la relazione (personale, sociale) sgorga dalla legittima e paritaria esistenza di ciascuno. E ci preserva da due forti tentazioni: quella di invidiare (in-videre) l’altro, oscurandone il volto; quella – speculare – del narcisismo, tesa a considerare sé stessi come unico criterio della relazione.

Distanza e com-presenza che hanno assunto accenti spaziali e temporali differenti – quasi antitetici – rispetto al quotidiano cui siamo abituati: ma, pure in questo tempo particolare, ci ricordano che amare il prossimo come “se stessi” non è solo un impegno morale, quanto, piuttosto un impegno esistenziale e teologico, che sfida ciascuno in modo complesso e profondo.  “Come se stessi”: locus theologicus, anche in tempo di prova.

Gaia De Vecchi, docente di teologia