Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.


Vangelo di Giovanni (Gv 17,20-26)

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Siamo negli ultimi versetti del capitolo diciassettesimo del Vangelo di Giovanni: la preghiera sacerdotale di Gesù che precede la sua passione e la morte in croce. Il testo si presenta come un testamento spirituale, nel quale di solito si scrive ciò che vorremmo rimanesse di noi. E Gesù?

Gesù prega per i credenti di ogni tempo. Li presenta al Padre. Anche noi quindi siamo presenti. È bello sapere che sin dall’inizio siamo introdotti in quel particolare rapporto che il Figlio ha con il Padre. Il Figlio ci porta con sé nel rapporto unico che ha con Suo Padre. Gesù prega affinché i credenti «siano una sola cosa» (Gv 17,21-22). Uno … «perché il mondo creda» (Gv 17,22).

La credibilità del messaggio cristiano non è affidata alla propaganda o alle strutture, né alle crociate e nemmeno all’identità culturale dei credenti. È affidata alla carità reciproca, alla comunione: «Siano perfetti nell’unità» (Gv 17,23), «come tu sei in me e io in te» (Gv 17,21). Comunione non è omologazione, non è liquefazione della propria identità. È, invece, reciprocità, carità nella verità, distinzione e alterità. In questo periodo di distanziamento sociale, di insicurezza, ma al contempo di interdipendenza, è una parola che ci sfida. Riempie di significato lo spazio vuoto tra il sé e gli altri.

Renzo Beghini, docente di teologia